Il Gup di Reggio Calabria, Domenico Santoro, ha emesso la sentenza di primo grado nei confronti dei soggetti alla sbarra nel processo "Morsa sugli appalti", condotto contro le cosche della Locride.
Il Gup ha disposto diverse assoluzioni, emettendo però condanne per diversi anni di carcere. Ecco il dettaglio: Salvatore Aquino assolto Domenico Archinà 8 anni e 1000 euro di multa Rocco Carlo Archinà 8 anni e 1000 euro di multa Giuseppe Archinà assolto Leonardo Capogreco 4 anni e 1200 euro di multa Vincenzo Cataldo 9 anni e 1200 euro di multa Giuseppe Cherubino 3 anni e 600 euro di multa Antonio Coluccio 12 anni Antonio Commisso assolto Giuseppe Commisso 20 anni e 2600 euro di multa Domenico Costera assolto Vincenzo D'Agostino assolto Cosimo Correale 8 anni e 5 mila euro di multa Silvestro D'Agui 5 anni, 4 mesi e 5 mila euro di multa Francesco Ferraro 12 anni Antonio Figliomeni assolto Antonio Filippone assolto Antonio Futia 12 anni e 1800 euro di multa Vincenzo Futia 6 anni e 4 mesi Giuseppe Gallizzi 16 anni Ilario Iacopetta assolto Mario Giorgio Iacopetta assolto Antonio Pietro Ietto 8 anni Antonio Macrì assolto Marco Macrì 8 anni e 8 mesi Salvatore Macrì 8 anni Saverio Maisano 5 anni, 4 mesi e 5 mila euro di multa Domenico Papandre, assolto D. P. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], 5 anni, 4 mesi e 800 euro di multa Daniele Raso assolto Domenico Richichi 8 anni Antonio Salerno assolto Anthony Stanaway assolto Francesco Strati 6 anni Vincenzo Strati assolto Daniele Cosimo Tassone assolto Marco Tassone assolto Vincenzo Tavernese 6 anni, 8 mesi e 1200 euro di multa Roberto Verbeni assolto
Secondo la Dda di Reggio Calabria Controllavano tutto. Dalla politica, agli appalti, passando per le attività commerciali, e il racket delle estorsioni. Del resto, notoriamente i Commisso di Siderno rappresentano una delle famiglie storiche della 'ndrangheta. Quelle dell'elite del "Crimine". Queste le risultanze dell'inchiesta curata dal pm Antonio De Bernardo con il coordinamento del procuratore aggiunto Nicola Gratteri.
Indagini che avrebbero permesso di tracciare un quadro preciso e dettagliato riguardo al capillare controllo mafioso esercitato dalle principali 'ndrine operanti nel versante dell'alto Jonico Reggino, con ramificazioni nel Nord Italia e perfino in Canada, finalizzato al monopolio delle più redditizie attività economiche, all'ingerenza nella vita politica locale ed al conseguimento di profitti e vantaggi ingiusti.
Già all'indomani dell'esecuzione di 120 decreti di fermo emessi nell'indagine divenuta storica con il nome de "Il Crimine", che consentiva di dimostrare che la 'ndrangheta è una organizzazione unita distinta in tre mandamenti (Tirrenico, Reggio Centro e Jonico), facenti capo ad un organismo di vertice denominato Provincia, si sono sviluppati vari filoni investigativi, per lo più attraverso l'approfondimento di preziose informazioni, captate presso la lavanderia Ape Green di Giuseppe Commisso cl.1947 alias "U mastro", importante e rispettato boss della omonima famiglia di Siderno, già in carcere un quanto arrestato nella sopra citata operazione, che si sono tradotte in altri significativi procedimenti, alcuni dei quali sono stati già esitati in primo grado o in appello, fra cui "Bene Comune – Recupero", "Locri è unita", "Saggezza" e "Mistero".
L'operazione, infatti, costituisce la logica prosecuzione dell'azione di contrasto alla "società di Siderno" ed alle cosiddette società minori (i vari locali di 'ndrangheta della stessa zona di Gioiosa Jonica, Natile di Careri, Canolo, Ciminà, Antonimina e Caulonia, orbitanti attorno alle più blasonate famiglie dei Commisso di Siderno e degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica). L'inchiesta del pm De Bernardo ha permesso di individuare una serie di vicende dalle quali emergono con evidenza la fortissima pressione esercitata dall'organizzazione sull'economia legale ed i meccanismi sottesi alle attività estorsive ricollegabili all'esecuzione dei lavori ed alle attività attraverso le quali si realizza l'ingerenza del sodalizio nel settore dei pubblici appalti.
E' ancora una volta al centro di molte dinamiche la lavanderia Ape Green del "mastro" Commisso, situata al piano seminterrato del centro commerciale "I Portici" di Siderno, luogo ritenuto sicuro poiché protetto da sistemi di allarme, per ricevere la visita dei propri affiliati (alcuni dei quali giungevano anche dal Canada), discutere di piani strategici, delle alleanze con gli altri clan e della tutela degli interessi familiari. Tali dialoghi, captati dalla Polizia di Stato attraverso il montaggio di microspie, hanno svelato uno spaccato degli attuali assetti mafiosi che, spesso, hanno riscontrato le acquisizioni promananti da altre e parallele attività d'indagine, consentendo di ricostruire l'attuale organizzazione della 'ndrangheta non solo nella provincia di Reggio Calabria ma anche su gran parte del territorio nazionale, europeo ed anche oltreoceano.
Un'indagine svolta sulla scorta di attività tecniche, ma anche grazie alle dichiarazioni rilasciate da collaboratori di Giustizia, fra cui Giuseppe Costa (soggetto di vertice dell'omonima cosca), Antonio Cossidente (l'uomo è stato uno dei capi del gruppo "Basilischi" operante a Potenza ed altrove ed ha reso dichiarazioni sulla famiglia Ursino) Domenico Oppedisano (legato da parentela con la famiglia Cordì di Locri), Rocco Varacalli (persona le cui dichiarazioni sono state valutate positivamente dal Gip di Torino nell'ambito dell'indagine "Minotauro") e Rocco Marando (già esponente dell'omonima 'ndrina e del locale di Volpiano in Piemonte).
Tra gli affari più importanti da cui la 'ndrangheta ha ottenuto i maggiori guadagni vi è, senza dubbio, quello del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, settore nel quale, secondo una logica di spartizione dettata dagli equilibri mafiosi, la cosca Commisso ricorreva alle tipiche condotte estorsive che si sono estrinsecate nell'imposizione alla ditta capofila nel trasporto degli scarti di lavorazione in uscita dall'impianto di trattamento di Siderno il versamento di una somma di denaro per ogni trasporto effettuato.
Nel processo, inoltre, sono confluite le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Femia e Salvatore Aiello: entrambi sono stati riconosciuti attendibili dal Gup Santoro.