Sfruttamento immigrazione clandestina: 11 anni in Appello ad Antonino Iamonte

reggiocalabria corte appello11 anni di reclusione ad Antonino Iamonte nel processo "Leone", scaturito dall'operazione condotta dalla Dda reggina alcuni anni fa su una presunta organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dall'India e dal Pakistan in Europa. L'uomo, ritenuto elemento di spicco dell'omonimo clan di Melito Porto Salvo, è stato riconosciuto colpevole anche nel processo di secondo grado, del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. E' stato invece assolto dalla contestazione di estorsione nei confronti dell'imprenditore Saverio Foti. Nove anni di carcere invece erano stati inflitti a Domenico Tomasello, che invece è stato assolto dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria.

Un'inchiesta, quella curata dai pm Antonio De Bernardo e Marco Colamonici, che nascerà dalle risultanze investigative del processo "Ramo spezzato", condotto contro la potente cosca Iamonte di Melito Porto Salvo. Il meccanismo che i presunti associati avrebbero messo in atto sarebbe, sostanzialmente, il seguente: i cittadini stranieri, dai Paesi di origine, contattavano gli organizzatori, connazionali presenti sul territorio italiano anche da diversi anni, i quali, a fronte di un anticipo dell'ingente somma richiesta, consegnavano la fotocopia dei loro documenti agli imprenditori compiacenti che richiedevano, a favore degli stranieri, il nulla osta per l'avvio al lavoro presso le aziende. In realtà, però, si trattava solo di una copertura: gli immigrati, in quelle aziende, non avrebbero mai lavorato; molti imprenditori, infatti, preparavano anticipatamente anche le lettere di licenziamento, facendole firmare agli stranieri. Coinvolti, dunque, anche sindacalisti e dipendenti pubblici. Secondo le stime effettuate dagli inquirenti sarebbero circa cinquecento gli immigrati entrati nel territorio italiano, sfruttando tale meccanismo.