Gioffrè: “Rispetto ordinanza TAR. Ho servito lealmente la mia terra”

gioffresantopp"Rispetto, pur non condividendola, l'ordinanza del Tar Lazio che non mi concede la sospensiva, cosa ampliamente prevedibile visto la cessata urgenza, e attendo, serenamente, la decisone di merito che comunque, in caso avverso, appellerò al Consiglio di Stato". Lo afferma in una nota stampa l'ex commissario dell'Asp di Reggio Calabria, Santo Gioffrè, dopo la decisione del Tar del Lazio.

"Ora i miei oppositori "a prescindere" si tengano la loro gioia; a me rimane l'orgoglio di avere servito lealmente la mia terra in uno dei settori più disastrati dove i "poteri" hanno lungamente danzato senza pudore sui diritti degli ammalati. Si, lo ribadisco, ho assolto un mandato, spezzato assurdamente proprio pochi giorni prima del suo scadere, in spirito di "servizio repubblicano" in nome e per conto di una Azienda che aveva smarrito la sua funzione di presidio insostituibile a tutela del diritto alla salute dei cittadini. Mi rimane l'orgoglio - che nessuno potrà cancellare - di avere impedito l'esecuzione di transazioni per milioni di euro già in precedenza deliberati; di essermi speso senza limitarmi all'ordinario, affiancando il soggetto attuatore per il rientro dal debito; di avere strenuamente cercato di oppormi ad un attacco imponente alle casse dell'Ente promuovendo procedure trasparenti per il pagamento dei creditori;. Con me, nel Palazzo i mercanti del tempo non hanno nemmeno provato ad entrarci" afferma ancora Gioffrè.

"Non ho rimpianti per la fine di una funzione che non avevo chiesto, né, tantomeno, aspettavo e che ho accettato in spirito servizio. Ho, si, il rammarico di un lavoro spezzato, di occhi che non hanno voluto vedere il dramma di una azienda umiliata ogni giorno nella sua funzione, imprigionata da chi scientemente difende i propri privilegi nel disprezzo dei diritti degli ammalati e degli operatori sanitari che silenziosamente ogni giorno cercano di non fare affondare la nave. Alla Azienda, di cuore, auguro di trovare la rotta smarrito" conclude Santo Gioffrè.