Il Gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, ha condannato quattro persone implicate nell'inchiesta sulle transazioni sospette nei "Compro oro" della città. Il Gup ha condannato a 7 anni e un mese ciascuno Alessandro Bevilacqua (classe 1987) e Angelo Berlingeri (classe 1982), a 3 anni e 4 mesi Armando Damiano Morello (classe 1995) e a 2 anni e 8 mesi Fabiano Giuseppe Gaetano Morabito. Quest'ultimo è stato posto dal Gup agli arresti domiciliari.
Le indagini furono condotte dal pm Rosario Ferracane, mentre in aula l'accusa è stata rappresentata dal pm Sara Amerio.
Secondo le indagini, in un arco temporale che va dall'estate del 2013 fino a tutto il 2014, hanno ceduto dietro corrispettivo in denaro ai "Compro Oro" di Reggio, con il fine di ostacolarne l'identificazione, una serie di oggetti in oro provento di scippi e rapine consumati immediatamente prima delle transazioni illecite. Le indagini, scaturite dal un furto aggravato di un gioiello commesso il 29 luglio 2013 ai danni di una donna, hanno portato ad accertare - anche grazie alla dettagliata descrizione del bene da parte della vittima - come lo stesso fosse stato ceduto ad un "Compro Oro" da uno degli arrestati. Tale episodio ha determinato ulteriori approfondimenti finalizzati al monitoraggio delle transazioni sospette relative a tutti i "Compro Oro" della città di Reggio Calabria ed all'individuazione di beni provento di reato attraverso l'analisi meticolosa dei registri tenuti dagli esercizi commerciali in questione. Le attività hanno permesso di ricollegare le transazioni sospette ad una serie di preziosi frutto di scippi e rapine consumati durante gli ultimi due anni e di individuare gli autori delle stesse transazioni che, di conseguenza, non avevano titolo alla legittima detenzione dei beni ceduti. L'analisi, in particolare, è consistita nell'esaminare in maniera minuziosa i singoli registri che i "Compro Oro" hanno l'obbligo di aggiornare quotidianamente e che, secondo la legislazione in materia, sono tenuti ad esibire ad ogni richiesta della polizia giudiziaria. La metodologia investigativa in tali ipotesi è partita dalla refurtiva, parallelamente, quindi, all'attività investigativa finalizzata alla individuazione dei responsabili dei reati predatori, è stata sviluppata un'indagine tesa a stabilire come gli arrestati potevano realizzare un profitto rapido e in breve lasso di tempo. In effetti dall'esame dell'ordinanza di custodia cautelare si evince che tra la commissione del reato e la cessione ai "Compro Oro" passava pochissimo tempo ed in alcuni casi la negoziazione del bene avveniva nel giorno stesso.
Le indagini che sono seguite da tali episodi, condotte anche grazie al valido aiuto dei cittadini che hanno riconosciuto i beni provento delle azioni illecite, hanno permesso ricostruire le responsabilità degli arrestati, per i quali l'accusa contesta il reato di riciclaggio.