Non solo l'affidamento diretto del "Miramare" all'associazione "Il Sottoscala", riferibile – secondo quanto si apprende – a uno storico amico, che già gli aveva ceduto gratuitamente l'immobile per la sede elettorale. Gli ultimi atti licenziati dall'Amministrazione di centrosinistra a Reggio Calabria sarebbero da restare impietriti.
Due cugini e una condannata in primo grado. Non male le recenti nomine effettuate dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Secondo quanto riporta l'edizione odierna de "Il Quotidiano del Sud", con diversi approfondimenti firmati da Caterina Tripodi, il giovane primo cittadino della "Svolta" avrebbe affidato importanti ruolo a due cugini. Il primo è quello conferito a Saverio Abenavoli, con riferimento alle due nuove società in house, "Castore" e "Polluce". Secondo quanto ricostruito da Caterina Tripodi, Abenavoli è cugino di secondo grado del sindaco, in quanto cugino di primo grado del suocero, Santo Monorchio, sindaco di Bagaladi.
Nell'ambito della gestione dei fondi comunitari, invece, il primo cittadino avrebbe effettuato altre due scelte infelici. Un altro cugino (acquisito): quel Fabio Badami, ex finanziere, tratto in arresto alcuni anni fa con l'accusa di concussione, avendo richiesto – secondo quanto denunciato da un commerciante della Piana di Gioia Tauro – 25mila euro insieme a un collega per non operare dei controlli. Un accusa che – secondo quanto scritto da "Il Quotidiano del Sud" – sarebbe stato prescritto: Badami, comunque, non fa più parte della Guardia di Finanza.
Non è legata da vincoli parentali, ma di certo ha svolto un'accesa campagna elettorale per il giovane rampollo: Grazia Gatto, criminologa (non laureata) e condannata in primo grado per falso.
Il Gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, escluderà che l'imputata Grazia Gatto abbia agito per leggerezza, inesperienza o per mancata conoscenza delle disposizioni. Condannando la donna a un anno e quattro mesi di reclusione in primo grado per il reato di falso ideologico (al termine del processo abbreviato), aderisce quindi al capo d'imputazione formulato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che accusava la Gatto "in concorso con Alberto Cisterna, nella qualità di pubblico ufficiale, avendo ricevuto dalla Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria l'incarico di svolgere, per l'anno accademico 2009-2010, come professore a contratto, 30 ore di lezioni frontali nella pubblica funzione dell'insegnamento di "Ordinamento Giudiziario e Forense", ed avendo personalmente effettuato agli studenti appena qualche ora di lezione, attestava falsamente, nel c.d. Registro Didattico delle Lezioni relative al predetto insegnamento, la regolarità delle lezioni e dell'attività didattica svolta, l'effettuazione delle lezioni da parte di docente abilitato e conseguentemente la regolarità e il completamento del corso".
La vicenda è quella delle lezioni presso l'Università Mediterranea del magistrato, all'epoca dei fatti numero due della Direzione Nazionale Antimafia, prima di essere investito dall'affaire Lo Giudice che lo porterà al trasferimento a Tivoli. Stando alle indagini, svolte dai pm Beatrice Ronchi e Annamaria Frustaci, nell'anno accademico 2009-2010, Cisterna avrebbe attestato falsamente nel registro didattico dell'Università di avere svolto regolarmente lezioni anche in alcuni periodi del 2009 e 2010 mentre in realtà si trovava fuori da Reggio Calabria. In particolare, la Gatto avrebbe attestato che il dottor Cisterna (o comunque un docente abilitato) aveva svolto lezioni della durata di cinque ore ciascuna nelle giornate del 12/5/2010, del 26/5/2010 e del 15 e 16/6/2010; in realtà trovandosi lo stesso dott. Cisterna fuori da Reggio Calabria "e facendosi sostituire in tre delle quattro giornate da Gatto Grazia Maria, soggetto inidoneo e non qualificato per lo svolgimento di attività didattiche universitarie (in quanto titolare di mera laurea triennale conseguita all'estero e nemmeno mai nominato dal competente Consiglio di Facoltà quale "cultore della materia", figura quest'ultima peraltro non legittimata allo svolgimento di lezioni frontali in sostituzione del professore) che "intratteneva" senza alcun titolo gli studenti per meno di un'ora a giornata".
Nella sentenza che ha portato alla condanna della Gatto si parla di "contributo consapevole e causale" della stessa "che compilava sia ciascuno dei sei riquadri riservati alle singole giornate di lezione, sia l'atto di trasmissione al competente ufficio dell'Università, e, dopo aver consegnato il menzionato Registro Didattico al dott. Alberto Cisterna per l'apposizione delle firme, depositava l'atto pubblico presso l'Ufficio di Presidenza della Facoltà di Giurisprudenza in data 25/6/2010".
Per lo stesso reato, Alberto Cisterna, che ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario, è stato rinviato a giudizio. E' stato invece prosciolto dal reato di truffa, per gli anni in cui sarà docente dell'insegnamento di Diritto Penale nell'anno accademico 2003/2004 e dell'insegnamento di Procedura Penale dal 2004/2005 al 2009/2010 (incarichi retribuiti). Elementi troppo deboli, quelli raccolti dalla Procura per sostenere l'accusa in un procedimento. Per Cisterna resta in piedi processualmente solo l'accusa per l'incarico in forma gratuita di docente nella materia di Ordinamento Giudiziario e Forense nell'anno accademico 2009/2010.
Sarebbe dunque stato accertato come i registri didattici contenessero dei dati non veritieri. E questo attraverso l'analisi del traffico telefonico in cui emergerebbe che, in alcune giornate indicate nel registro didattico, in cui era stato autocertificato lo svolgimento della lezione da parte del magistrato, le celle agganciate dalla sua utenza non erano quelle installate nella città di Reggio Calabria, sede della Facoltà di Giurisprudenza. L'accusa e la decisione si fondano anche sulle relazioni di servizio della scorta del magistrato che metterà nero su bianco come l'ex numero due della DNA si fosse mosso, nei giorni oggetto del procedimento tra Catania, Roma e Berlino.
Stando alle carte processuali, inoltre, la collaborazione della Gatto si sarebbe svolta in assenza della necessaria autorizzazione da parte dell'Università per la nomina a "cultore della materia" di quest'ultima. Una richiesta inoltrata, ma di cui si perderanno le tracce. Interrogata, la Gatto dichiarerà che "nonostante avesse, in più di un'occasione, rappresentato a Cisterna di verificare e regolarizzare la sua situazione amministrativa nei confronti dell'Università, quest'ultimo l'aveva sempre tranquillizzata".
Sebbene la donna abbia tentato di sminuire la propria posizione, saranno dichiarazioni autoaccusatorie (nonché complicate da gestire per la difesa di Cisterna) quelle della Gatto, che confermerà anche i contenuti delle mail scambiate con il magistrato. Ma le indagini della Procura si muoveranno anche grazie alla testimonianza di un'impiegata Ufficio di Presidenza della Facoltà di Giurisprudenza, del preside Attilio Gorassini, nonché di uno studente assai preciso nell'annotare il calendario delle lezioni e il contenuto delle stesse.
A detta del Gup Trapani, dunque, il processo avrebbe "consentito di accertare come nelle giornate del 12 maggio, del 26 maggio, del 15 e 16 giugno il Cisterna non abbia svolto lezioni attestate e si sia fatto sostituire da Gatto Grazia. Si è altresì accertato come nelle date del 19 maggio e dell'8 giugno il Cisterna, invece, abbia effettivamente svolto le lezioni indicate, ma per una durata inferiore a quella documentata".
Mentre Cisterna si trovava a Roma, la Gatto, senza alcuna legittimazione, avrebbe tenuto lezioni agli studenti universitari a Reggio Calabria per una durata inferiore a quella riportata nel registro: "Evidente è, quindi, oltre la falsa indicazione che Cisterna abbia impartito tutte le lezioni, anche lo scarto tra le ore di lezioni effettivamente tenute e quelle attestate nel registro didattico" conclude il Gup.
Resta da capire se per Gatto e Badami vi sia una nomina formale: quello che sembra certo, è che i due abbiano partecipato ad alcuni tavoli con la Provincia. A titolo personale? Sarebbe una follia. Ma si attendono chiarimenti dall'Amministrazione.