Il clan Gallico sepolto da 5 ergastoli e oltre 300 anni di carcere

reggiocalabria aulabunkerdi Claudio Cordova - Alcune assoluzioni "fisiologiche", ma poi una serie di conferme, soprattutto con riferimento agli ergastoli comminati in primo grado e, in più l'accoglimento dell'appello del pubblico ministero e l'emissione di un ulteriore ergastolo. Regge bene al vaglio della Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria il processo "Cosa Mia". Dalla camera di consiglio della Corte presieduta da Alfredo Sicuro – protrattasi per l'intero weekend – la cosca Gallico di Palmi ne esce sepolta. L'indagine, curata in primo grado dai pm Roberto Di Palma e Giovanni Musarò ricostruirà una serie di omicidi, ma anche le ingerenze della 'ndrangheta negli appalti della autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Proprio per i fatti di sangue, la Corte ha confermato quattro dei cinque ergastoli disposti in primo grado a Palmi per Domenico Gallico, Giuseppe Gallico, Lucia Giuseppa Morgante, Carmine Demetrio Santaiti. Condannato a 16 anni Salvatore Morgante, che in primo grado era stato punito con il "fine pena mai". Ma, in accoglimento dell'appello presentato dalla pubblica accusa (rappresentata ora dal sostituto pg Adriana Fimiani) ha comminato il carcere a vita anche per Antonio Cilona.

In tutto oltre tre secoli di carcere e cinque ergastoli sulle potenti famiglie della 'ndrangheta dell'area tirrenica della provincia di Reggio Calabria.

Il procedimento vede alla sbarra i vertici dei clan Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano di Palmi, e i Bruzzise-Parrello del "locale" di Barritteri e Seminara. Lavori sulla A3, omicidi di mafia, ma anche estorsioni e violenze nei confronti di chiunque si rapportasse con le cosche. Secondo le indagini della Dda, le famiglie della Piana intascavano la tangente del 3% sul capitolato d'appalto dei lavori della Salerno Reggio Calabria: si tratta della cosiddetta tassa di "sicurezza sui cantieri". Somme non indifferenti che il Contraente Generale (il Consorzio Scilla, formato da Impregilo S.p.a. e Condotte S.p.a.) avrebbe versato ai rappresentanti della 'ndrangheta, i quali a loro volta provvedevano a ripartire le quote ai vari rappresentanti delle 'ndrine legittimate alla spartizione. Un controllo capillare della 'ndrangheta con una chiara divisione della A3 in zone di competenza, con riferimento ai territori "amministrati" dalle varie cosche.

Il dettaglio della sentenza:

Oscar Barbaro 2 anni

Antonio Bruzzise 15 anni e 8 mesi

Carmelo Bruzzise conferma 25 anni

Fortunata Bruzzise assolta (7 anni in primo grado)

Elena Bruzzise assolta (7 anni in primo grado)

Giovanni Bruzzise 9 anni

Giuseppe Bruzzise 20 anni

Vincenzo Bruzzise conferma 14 anni

Vincenzo Cambareri conferma 7 anni e 6 mesi

Antonino Campagna assolto (2 anni in primo grado)

Domenico Campagna assolto (2 anni in primo grado)

Roberto Caratozzolo 4 anni

Carmela Carbone assolta (9 anni in primo grado)

Antonino Ciappina 11 anni

Antonino Costa 9 anni

Antonio Costantino conferma 13 anni e 6 mesi

Francesco Cutrì conferma 14 anni e 9 mesi

Maria Ditto assolta (2 anni in primo grado)

Carmine Gaglioti conferma 12 anni e 9 mesi

Mariangela Gaglioti 9 anni

Pasquale Galimi assolto (5 anni e 6 mesi in primo grado)

Antonino Gallico 14 anni e 2 mesi

Domenico Gallico conferma ergastolo

Giuseppe Gallico conferma ergastolo

Rocco Gallico 19 anni e 4 mesi

Teresa Gallico 17 anni e 5 mesi

Matteo Gramuglia 11 anni

Pasquale Mattiani 2 anni

Alfredo Morabito assolto (10 anni in primo grado)

Filippo Morgante 16 anni e 9 mesi

Lucia Morgante conferma ergastolo

Salvatore Morgante 16 anni

Vincenzo Oliverio conferma 9 anni

Giuseppe Papasergi 2 anni

Fortunato Princi assolto (2 anni in primo grado)

Diego Rao conferma 10 anni

Carmine Demetrio Santaiti conferma ergastolo

Carmelo Sciglitano 12 anni

Domenico Sciglitano 16 anni

Vincenzo Sciglitano 10 anni

Maria Carmela Surace 12 anni e 3 mesi

Vincenza Surace assolta (9 anni in primo grado)

Antonio Cilona ergastolo (accolto appello pm)