Due assoluzioni per la strage di Duisburg. La Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria ha assolto Sebastiano Nirta e Giuseppe Nirta dal reato di omicidio, condannandoli entrambi a 12 anni di reclusione ciascuno, nell'ambito del procedimento "Fehida", processo imbastito dalla Dda dopo i tragici fatti di Duisburg, quando nel 2007, sul suolo tedesco resteranno in sei, nel capitolo più cruento della faida di San Luca, che farà conoscere in tutto il mondo la violenza della 'ndrangheta. Il sostituto pg Rizzo aveva chiesto la conferma del carcere a vita per Sebastiano Nirta e l'ergastolo per Giuseppe Nirta (difeso da Roberta Milasi), classe 1973, assolto in primo grado dall'accusa di omicidio, ma condannato a 12 anni di carcere. Un successo, quindi, per gli avvocati Nico D'Ascola e Francesco Albanese, che ottengono l'assoluzione di Sebastiano Nirta dal reato più pesante, quello di omicidio. Confermata la condanna per Antonino Flaviano, punito con due anni di carcere, in quanto ritenuto responsabile di favoreggiamento poiché avrebbe consegnato a Giovanni Strangio la propria carta d'identità, permettendogli così di sottrarsi alle ricerche dell'autorità giudiziaria che lo riteneva uno dei mandanti della strage di Duisburg.
La sentenza di primo grado fu emessa il primo dicembre del 2013 e la Corte condannò quindi all'ergastolo Sebastiano Nirta in quanto ritenuto colpevole della Strage di Duisburg nonché di associazione mafiosa e detenzione porto illegale di armi. Giuseppe Nirta invece fu assolto dall'aver preso parte alla strage. L'operazione "Fehida 3" fu condotta l'undici febbraio del 2011 dalla Squadra Mobile della Questura reggina coordinata dalla Dda dello Stretto e dagli inquirenti tedeschi che hanno fatto finire dietro le sbarre dieci persone. Tutto prese le mosse dalla mattanza tedesca in cui morirono sei giovani ossia Tommaso Venturi, Francesco Giorgi, Francesco Pergola, Marco Pergola, Marco Marmo e Sebastiano Strangio.
Per gli inquirenti uno degli ideatori della strage sarà Giovanni Strangio, per cui lo scorso 26 maggio la Corte d'Assise d'Appello reggina ha confermato l'ergastolo. Carcere a vita in secondo grado anche per Francesco Pelle, alias "Ciccio Pakistan", ai fratelli Franco e Sebastiano Vottari, accusati a vario titolo dell'omicidio di Maria Strangio; a Giuseppe Nirta, alias "u versu", e al figlio Francesco Nirta, accusati del delitto di Bruno Pizzata.