di Claudio Cordova - Da quel ristornate nel Queens, "Cucino a modo mio", Gregorio Gigliotti e la moglie Eleonora Lucia avrebbero controllato una grossa fetta del narcotraffico che interessava Stati Uniti e Calabria, con la 'ndrangheta da collante. Eleonora Lucia, per esempio, avrebbe fatto la spola (insieme ad altri soggetti italiani) tra Stati Uniti e Costa Rica per definire, di volta in volta, trattative per l'invio dello stupefacente.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati quantitativi di cocaina e marijuana, oltre 100.000 dollari, 6 pistole, un fucile. Le persone arrestate sono una coppia di calabresi, marito e moglie e il figlio, proprietari del ristorante "Cucino a modo mio", sito in 108th Street, nel quartiere del Queens a New York. Nel corso delle indagini, grazie a intercettazioni audio e video, la Polizia ha scoperto che il ristorante della famiglia era la base di copertura per il traffico di coca diretta a New York e in Calabria. In contatto con narcos sudamericani, la loro sponda calabrese sarebbe un cartello della famiglia degli Alvaro.
La droga sarebbe arrivata a Gigliotti grazie ad alcune aziende di import-export, tutte riferibili ai soggetti colpiti dal provvedimento di fermo nell'indagine "Columbus". E' lui l'elemento cardine dell'inchiesta: indagando sul suo conto, peraltro, investigatori italiani e statunitensi documenteranno importanti linee di contiguità fra referenti calabresi a New York e membri delle principali famiglie newyorkesi di Cosa Nostra (I Gambino, i Lucchese e i Genovese).
In Calabria, Gigliotti avrebbe goduto di una serie di appoggi nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e, in particolare, nell'entroterra della provincia di Reggio Calabria. E se un emissario di estrema fiducia del ristoratore del Queens sarebbe stato Franco Fazio, sarebbero stati i fratelli Carmine e Francesco Violi a rappresentare un elemento di contatto con la nota famiglia mafiosa degli Alvaro di Sinopoli. Carmine, infatti, è legato a Valentina Scutellà, nipote di Nicola Alvaro, fratello di Carmine Alvaro, capo dell'omonima cosca. Inoltre la zia, Margherita Alvaro, è sposata con Giuseppe Crea, figlio di Teodoro, il "Toro" capo del locale di Rizziconi.
Ma all'inizio del 2014, Gigliotti si sarebbe personalmente recato in Calabria per una compravendita di droga con esponenti della 'ndrangheta della fascia ionica reggina. Personaggio scaltro, Gigliotti, che avrebbe messo in piedi anche strategie per eludere il controllo degli investigatori. Da qui, infatti, il riferimento all'impegno di un magazzino nel Bronx, legato a un controllo effettuato dalla dogana statunitense. Controllo che, secondo quanto poi sarebbe emerso, era stato in qualche modo provocato dallo Stesso Gigliotti per eludere future ispezioni.
Non mancheranno, comunque, i problemi, visto che i fratelli Violi non onoreranno un debito con Fazio per la fornitura di cocaina, mettendo in difficoltà quest'ultimo rispetto alla posizione di Gigliotti. Interessante, in tal senso, una conversazione in cui Gigliotti, pur avendo ben chiara l'appartenenza di Violi a una famiglia mafiosa ("si pensa che è... è... 'ndranghetista) siccome legato agli Alvaro, minacciava comunque di rompere il comparaggio ("va a finire che il sangiovanni lo finiamo con questo qua!"). Lasciandosi andare anche a un'imprecazione in inglese, "fuckoff".
Ulteriore passaggio chiave, per comprendere la caratura e gli affari di Gigliotti, è un altro viaggio, dopo quello di inizio 2014, in Calabria. Siamo ad agosto. Il viaggio di Gigliotti, infatti, sarà funzionale sia per verificare la situazione del credito vantato nei confronti di Violi, sia per un investimento di parte dei proventi illeciti derivati dal traffico di cocaina – attraverso l'acquisto di un immobile a Pianopoli – e allo sviluppo delle attività di importazione di droga dal Costa Rica, tramite la triangolazione strategica con gli Stati Uniti. Ma l'ammanco, che ammontava a circa 20mila dollari, farà andare su tutte le furie Gigliotti nei confronti di Fazio: "Se mi dice "me li sono presi io" (incomprensibile) bum bum lo scarico a terra lo "pisturiu", lo stiracchio (incomprensibile) e lo lascio in mezzo la str... in piazza... poi che venga il fratello... se viene il fratello, lo piglio e lo sparo... il fratello... eh... se non sta attento".
E il carattere violento di Gigliotti si evidenzierà anche in una conversazione con la moglie Eleonora Lucia. L'uomo, ripensando al comportamento di Fazio, ricorderà alla moglie di quando si era letteralmente mangiato gli organi di qualcuno ("un rene e un pezzo di cuore") come gesto plateale di oltraggio alla vittima: "Ancora non mi conosci neanche tu... Non mi conosci... una volta che ti ho detto? Ti ricordo una volta che ti ho detto? Che allo stesso tavolino ho mangiato un soffritto... ti ricordi quella volta? Mi sono mangiato un rene e un pezzo di cuore". Da qui la reazione disgustata di Eleonora: "Perché tu sei mezzo pazzo. Mi fai venire il rovescio, Grè...".