Tangenti, favori e assunzioni: anche questo nel gran calderone della indagine scoppiata ieri sulle Grandi Opere, che sta coinvolgendo anche le alte sfere del Ministero delle Infrastrutture.
Indagine coordinata dalla Procura di Firenze e che ha portato in carcere lo storico manager, che ha attraversato sette diversi governi dal 2001, Ettore Incalza.
Quattro persone sono finite in carcere o ai domiciliari: oltre a Incalza, l'imprenditore Stefano Perotti, il presidente di Centostazioni spa (Gruppo Fs) Francesco Cavallo e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza, questi ultimi due ai domiciliari.
Le indagini dei carabinieri del Ros guidati dal generale Mario Parente svelerebbero, tra l'altro, i retroscena degli appalti assegnati negli ultimi anni, comprese le assunzioni di parenti "eccellenti": tra di loro il figlio dell'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, Giandomenico Monorchio.
Monorchio, reggino, è stato il diciassettesimo Ragioniere generale dello Stato dal 1º settembre 1989 al 30 giugno 2002.
Nello specifico "il terremoto" riguarderebbe i lavori del Terzo valico, una galleria ferroviaria che servirebbe a decongestionare il traffico da Genova al Nord Italia e verso l'Europa.
Stefano Perotti, discusso imprenditore e personaggio principale dell'inchiesta con Monorchio condivideva la direzione dei lavori di Cociv, consorzio che sta portando avanti l'opera.
"Il Cociv – direbbe uno degli imprenditori intercettati nell'inchiesta su appalti e mazzette -il Milano-Genova ce l'aveva il figlio di... (il riferimento, scrivono gli inquirenti, è a Giandomenico Monorchio, figlio di Andrea, ex ragioniere di Stato, nominato alla direzione lavori del Terzo Valico)".