di Claudio Cordova - Collabora dall'aprile del 2014 e avrebbe appreso da Giuseppe Bellocco, classe 1987, delle manovre messe in atto dalla famiglia Cacciola per riportare a Rosarno, al fine di farla ritrattare, la giovane testimone di giustizia Maria Concetta, morta per ingestione di acido muriatico nell'agosto 2011. L'espressione di Gregorio Cacciola cambia radicalmente quando il pm Giovanni Musarò annuncia in aula la grande novità: c'è un nuovo collaboratore di giustizia che ha svelato alcuni retroscena che potrebbero ulteriormente inguaiare il legale, attualmente detenuto e alla sbarra in uno stralcio del processo "Onta". Ed è un nome che nella Piana di Gioia Tauro conoscono in molti: si tratta del medico-imprenditore Marcello Fondacaro, già coinvolto in importanti indagini sulla 'ndrangheta di quei luoghi, come le operazioni "Tempo" e "Porto".
Fondacaro avrebbe appreso alcuni particolari nel corso di un periodo trascorso a piede libero nel Lazio dove da tempo si era trasferito dalla natia Gioia Tauro. Una "sorpresa" che il pm Musarò riserva al termine della deposizione di un altro collaboratore di giustizia, l'avvocato Vittorio Pisani, che avrebbe avuto un ruolo importante proprio nei mesi che precedono la morte di Maria Concetta Cacciola. Pisani, ascoltato a Napoli prima di Natale, ha concluso il proprio esame in videoconferenza con il Tribunale di Palmi. E' stato proprio il pm Musarò, oggi trasferito a Roma a sentire nuovamente Fondacaro, nell'ottobre 2014, su una circostanza che, negli scorsi mesi, gli inquirenti romani avevano lasciato scivolare via.
E, come detto, il nome di Fondacaro non è un nome qualunque, nella Piana di Gioia Tauro.
Fondacaro, imprenditore nei settori medico-sanitario (gestione cliniche e laboratori di analisi) ed immobiliare, è un soggetto che già dagli anni '90 viene ritenuto contiguo alla 'ndrangheta dell'area tirrenica della provincia di Reggio Calabria. Fondacaro, infatti, è ritenuto da sempre vicinissimo ai Molè e ai Piromalli, le due famiglie egemoni a Gioia Tauro, unite nel controllare ogni respiro nella cittadina della Piana almeno fino all'1 febbraio 2008, giorno in cui verrà assassinato Rocco Molè. Fondacaro verrà dunque coinvolto nelle indagini "Tempo" e "Porto" e sconterà anche un periodo di sorveglianza speciale.
Nell'estate 2013, a Fondacaro la Dda di Reggio Calabria sequestrerà beni per trenta milioni di euro. In dettaglio, Fondacaro avrebbe costituito un complesso sistema di gestione di istituti e laboratori di analisi, case di cura e riposo ed imprese immobiliari teso ad eludere, anche con l'ausilio di prestanome, indagini indirizzate all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali. Testualmente dal provvedimento: "l'esame del compendio posto all'attenzione del collegio ha messo in luce circostanze ed elementi di fatto che, letti unitariamente, consentono di ritenere che il Fondacaro sia tuttora soggetto socialmente pericoloso in quanto abitualmente dedito a traffici delittuosi e che vive almeno in parte con i proventi di tali attività delittuose".
Sul versante patrimoniale è stata accertata l'assenza in capo al medico-imprenditore ed ai familiari e conviventi, di risorse lecite idonee a giustificare investimenti di grossa entità e rilevata, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto, che ricomprende anche società e beni immobili intestati a dei prestanome.
Ora Fondacaro dovrà rivelare particolari interessanti sul caso Cacciola. Ma visto il suo curriculum criminale, a tremare è mezza Piana di Gioia Tauro.