La Jonica reggina nelle mani dei Commisso di Siderno: 27 arresti

operazionemorsaappaltidi Claudio Cordova - Controllavano tutto. Dalla politica, agli appalti, passando per le attività commerciali, e il racket delle estorsioni. Del resto, notoriamente i Commisso di Siderno rappresentano una delle famiglie storiche della 'ndrangheta. Quelle dell'elite del "Crimine".

Sono 27 le persone arrestate della Polizia di Stato nell'ambito dell'operazione "La morsa sugli appalti pubblici": associazione mafiosa transnazionale, estorsione aggravata dall'art. 7 della Legge 203/91 e reati in materia di armi i reati contestati dal procuratore capo, Federico Cafiero de Raho, dall'aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto Antonio De Bernardo.

Indagini lunghe, che si intrecciano con altre importanti inchieste degli scorsi anni

Indagini che avrebbero permesso di tracciare un quadro preciso e dettagliato riguardo al capillare controllo mafioso esercitato dalle principali 'ndrine operanti nel versante dell'alto Jonico Reggino, con ramificazioni nel Nord Italia e perfino in Canada, finalizzato al monopolio delle più redditizie attività economiche, all'ingerenza nella vita politica locale ed al conseguimento di profitti e vantaggi ingiusti.

Già all'indomani dell'esecuzione di 120 decreti di fermo emessi nell'indagine divenuta storica con il nome de "Il Crimine", che consentiva di dimostrare che la 'ndrangheta è una organizzazione unita distinta in tre mandamenti (Tirrenico, Reggio Centro e Jonico), facenti capo ad un organismo di vertice denominato Provincia, si sono sviluppati vari filoni investigativi, per lo più attraverso l'approfondimento di preziose informazioni, captate presso la lavanderia Ape Green di Giuseppe Commisso cl.1947 alias "U mastro", importante e rispettato boss della omonima famiglia di Siderno, già in carcere un quanto arrestato nella sopra citata operazione, che si sono tradotte in altri significativi procedimenti, alcuni dei quali sono stati già esitati in primo grado o in appello, fra cui "Bene Comune – Recupero", "Locri è unita", "Saggezza" e "Mistero".

L'operazione, infatti, costituisce la logica prosecuzione dell'azione di contrasto alla "società di Siderno" ed alle cosiddette società minori (i vari locali di 'ndrangheta della stessa zona di Gioiosa Jonica, Natile di Careri, Canolo, Ciminà, Antonimina e Caulonia, orbitanti attorno alle più blasonate famiglie dei Commisso di Siderno e degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica). L'inchiesta del pm De Bernardo ha permesso di individuare una serie di vicende dalle quali emergono con evidenza la fortissima pressione esercitata dall'organizzazione sull'economia legale ed i meccanismi sottesi alle attività estorsive ricollegabili all'esecuzione dei lavori ed alle attività attraverso le quali si realizza l'ingerenza del sodalizio nel settore dei pubblici appalti.

E' ancora una volta al centro di molte dinamiche la lavanderia Ape Green del "mastro" Commisso, situata al piano seminterrato del centro commerciale "I Portici" di Siderno, luogo ritenuto sicuro poiché protetto da sistemi di allarme, per ricevere la visita dei propri affiliati (alcuni dei quali giungevano anche dal Canada), discutere di piani strategici, delle alleanze con gli altri clan e della tutela degli interessi familiari. Tali dialoghi, captati dalla Polizia di Stato attraverso il montaggio di microspie, hanno svelato uno spaccato degli attuali assetti mafiosi che, spesso, hanno riscontrato le acquisizioni promananti da altre e parallele attività d'indagine, consentendo di ricostruire l'attuale organizzazione della 'ndrangheta non solo nella provincia di Reggio Calabria ma anche su gran parte del territorio nazionale, europeo ed anche oltreoceano.

Un'indagine svolta sulla scorta di attività tecniche, ma anche grazie alle dichiarazioni rilasciate da collaboratori di Giustizia, fra cui Giuseppe Costa (soggetto di vertice dell'omonima cosca), Antonio Cossidente (l'uomo è stato uno dei capi del gruppo "Basilischi" operante a Potenza ed altrove ed ha reso dichiarazioni sulla famiglia Ursino) Domenico Oppedisano (legato da parentela con la famiglia Cordì di Locri), Rocco Varacalli (persona le cui dichiarazioni sono state valutate positivamente dal Gip di Torino nell'ambito dell'indagine "Minotauro") e Rocco Marando (già esponente dell'omonima 'ndrina e del locale di Volpiano in Piemonte).

Tra gli affari più importanti da cui la 'ndrangheta ha ottenuto i maggiori guadagni vi è, senza dubbio, quello del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, settore nel quale, secondo una logica di spartizione dettata dagli equilibri mafiosi, la cosca Commisso ricorreva alle tipiche condotte estorsive che si sono estrinsecate nell'imposizione alla ditta capofila nel trasporto degli scarti di lavorazione in uscita dall'impianto di trattamento di Siderno il versamento di una somma di denaro per ogni trasporto effettuato.

Interessante è anche quanto sarebbe accaduto in occasione dell'esecuzione dei lavori di costruzione dell'impianto di potabilizzazione e distribuzione delle acque della diga sul Torrente Lordo nel Comune di Siderno, nel corso dei quali Giuseppe Commisso "il mastro", in concorso con Vincenzo Cataldo, Antonino Futia, Antonio Figliomeni e Vincenzo Tavernese, avrebbe richiesto la consegna, a titolo di estorsione, dell'1,5% del finanziamento per il tratto Siderno - Locri (pari a quasi 6 milioni di euro) agli imprenditori titolari della ditta CISAF, impegnata tra il 2009 ed il 2010 nelle relative opere appaltate dall'ente "Acquedotto delle dighe del Metramo e Lordo". In particolare, Commisso, in qualità di esponente della famiglia egemone sul territorio, dava mandato agli altri concorrenti di contattare i responsabili della ditta sopra menzionata per imporre l'estorsione, mentre Futia si rapportava direttamente con gli imprenditori per quantificare l'importo da versare e Tavernese, attuale custode della diga, controllava l'andamento dei lavori, rapportando quanto appreso a Figliomeni.

Niente sarebbe rimasto fuori dal controllo delle cosche. Neanche l'acqua. La riscossione del pizzo ha interessato anche i lavori di distribuzione delle acque della diga compresi nel tratto Siderno - Gioiosa Jonica, affidati, grazie ad un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro, alla ditta "Progress e Lavoro Società Cooperativa" di Polistena, alla quale veniva imposto dagli stessi soggetti sopra citati, in concorso con Rocco Carlo Archinà e Domenico Archinà, di pagare il 3% dell'importo complessivo dei lavori.

Un'altra consistente estorsione è stata realizzata dalla cosca Commisso in danno delle ditte impegnate nei lavori di adeguamento della S.S. 106 che percorre tutta la costa Jonica, collegando Reggio Calabria a Taranto. Nella zona di Siderno, la 'ndrangheta ha estorto ad un imprenditore somme di denaro calcolate in percentuale variabile rispetto ricavi derivanti dalla fornitura del calcestruzzo alla ditta Astaldi, affidataria delle opere.

Non sono sfuggiti alla lente dei Commisso neanche i lavori pubblici di valenza sicuramente inferiore rispetto a quelli riconnessi al funzionamento della diga del Lordo. Si tratta della messa in sicurezza della scuola media statale "Corrado Alvaro" di Siderno, la cui impresa "Archeo srl" di Locri (RC), aggiudicataria dell'appalto pari a quasi 200 mila euro - secondo quanto riferito dagli inquirenti - veniva costretta a pagare una somma di denaro a titolo di estorsione quantificata in 6.000 euro, ovvero il "consueto" 3% calcolato sulla cifra globale dell'opera.

Sul fronte delle altre attività economiche, il pervasivo ed opprimente controllo mafioso veniva esercitato da Carmelo Muià, il quale, avvalendosi del suo ruolo mafioso verticistico nella cosca Commisso, minacciava pesantemente il titolare del centro commerciale "La Gru" di Siderno, costringendolo quindi a servirsi per la fornitura della carne, da rivendere presso il supermercato IPERSPAR esistente all'interno del medesimo shopping center, dei prodotti che Muià commercializzava attraverso le proprie società.

L'entourage facente capo ai Commisso, ricorrendo alla forza intimidatrice del vincolo associativo, tentava altresì di costringere un imprenditore a consegnare loro la somma di 28 mila euro, cifra pari al debito contratto dalla ditta GEOAMBIENTE di Belpasso (CT) - all'inizio era in rapporto d'affari con l'imprenditore- verso la SIDER PETROLI di Siderno, riconducibile a Cosimo Correale ed al padre Michele Correale inteso "Zorro", appartenenti alla cosca dei Commisso.

Ma ai Commisso non sarebbe neanche sfuggito il controllo della politica. In tal senso si inquadra l'arresto di Antonio Macrì, medico dell'Asp di Reggio Calabria, già Presidente del Consiglio Comunale di Siderno durante la Giunta di Alessandro Figliomeni (questi condannato in primo grado nel processo "Bene Comune-Recupero), colpito da provvedimento restrittivo in carcere per associazione mafiosa. Macrì non aveva esitato a recarsi direttamente presso la lavanderia Ape green per chiedere al "mastro" il suo consenso per potersi candidare alle elezioni regionali nelle file del P.d.L., instaurando con Commisso un consolidato accordo collusivo che si sarebbe sostanziato nel salvaguardare gli interessi il sodalizio e nel concordare con lo stesso le scelte politiche. A lui, infatti, il "Mastro" contesterà alcune scelte politiche non gradite in seno al Comune di Siderno.

Tra gli arrestati, anche Antonio Coluccio, fratello dei più noti Giuseppe e Salvatore (entrambi detenuti in regime di 41 bis O.P., il primo tratto in arresto in data 7 agosto 2008, dopo tre anni di latitanza, a Toronto, in Canada, con un milione di dollari canadesi), il quale veniva consultato dal mastro, al pari di Rocco Aquino, per decidere comportamenti o fatti rilevanti per gli associati nel territorio di riferimento.

E' stato nuovamente raggiunto da provvedimento restrittivo Mario Ursini, già arrestato nell'ambito della nota operazione internazionale di Polizia "New Bridge" dell'11 febbraio, il quale dovrà rispondere del reato di associazione mafiosa con funzioni di direzione nell'ambito del locale di Gioiosa Jonica (RC), al quale sono affiliati, con varie posizioni, Tommaso Rocco Caracciolo, Giuseppe Ursino e Giuseppe Gallizzi.

Importante, infine, l'arresto di Rocco Carlo Archinà, uno dei pochi boss tuttora viventi ad aver partecipato allo storico summit di Montalto dell'ottobre del 1969.

Di seguito il nome dei soggetti arrestati:

1. AQUINO Salvatore, nato a Marina Gioiosa Jonica (RC) il 29.02.1944;

2. ARCHINA' Domenico, nato a Siderno (RC) il 27 novembre 1971;

3. ARCHINA' Rocco Carlo, nato a Siderno (RC) il 29 ottobre 1936;

4. CAPOGRECO Leonardo, nato a Locri (RC) il 6 aprile 1976, genero di COMMISSO Giuseppe alias "Il Mastro";

5. CARACCIOLO Tommaso Rocco, detto "Mico", nato a Gioiosa Ionica (RC) il 24 gennaio 1931;

6. CATALDO Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 5 settembre 1946;

7. COLUCCIO Antonio, nato a Marina di Gioiosa Ionica (RC) il 14 novembre 1969;

8. COMMISSO Giuseppe, alias "Il Mastro", nato a Siderno (RC) il 2 febbraio 1947, già detenuto;

9. COMMISSO Pietro, alias "Quaglia", nato a Siderno (RC) il 1 luglio 1932;

10. CORDI' Antonio, nato a Locri (RC) il 6 gennaio 1987;

11. FERRARO Francesco, alias "Mulinu", nato a Siderno (RC) l'1 marzo 1967;

12. FILIPPONE Antonio, nato a Canolo (RC) il 4 gennaio 1954;

13. FUTIA Antonio, nato a Siderno (RC) il 21 settembre 1958, già detenuto;

14. IETTO Antonio Pietro, nato a Careri (RC) il 2 febbraio 1956;

15. MACRI' Antonio, nato a Siderno (RC) il 20 agosto 1957;

16. MACRI' Marco, nato a Locri (RC) il 3 maggio 1972;

17. MACRI' Salvatore, nato a Siderno (RC) il 9 aprile 1949;

18. MONTELEONE LA ROSA Fortunato, alias "Nato", nato ad Antonimina (RC) il 24 gennaio 1951;

19. MUIA' Carmelo, nato a Siderno (RC) il 9 luglio 1972, già detenuto;

20. NESCI Nicola, nato a Ciminà (RC) il 24 giugno 1955, già detenuto;

21. P. D., alias "B.", nato a Locri (RC) il 3 ottobre 1969, già detenuto;

22. RICHICHI Domenico, nato a Careri (RC) il 19 novembre 1960;

23. TAVERNESE Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 10 settembre 1950;

24. URSINI Mario, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 20 aprile 1950, già detenuto;

25. CORREALE Cosimo, alias "Zorro" nato a Locri (RC) il 3 marzo 1984;

26. VERSACE Domenico Antonio, nato a Bova Marina (RC) l'11 settembre 1954;

27. CHERUBINO Giuseppe,alias "Popi", nato a Siderno (RC) il 16 settembre 1984.