Nuovo colpo ai Gallico di Palmi: quindici arresti e sequestri anche a Roma

operazioneorsodi Claudio Cordova - Ancora una volta i Gallico di Palmi alla conquista di Roma. Quindici persone agli arresti per associazione mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, reati, questi ultimi, aggravati dalle modalità mafiose. Un ulteriore colpo alla potente famiglia della Piana, già fiaccata – negli uomini e nel patrimonio – dai vari tronconi dell'indagine "Cosa Mia". L'indagine "Orso", invece, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giovanni Musarò, ha in Giovanni Iannino e Francesco Barbera gli elementi principali: Iannino, in particolare, sarebbe stato il referente dei Gallico a Roma, gestendo il patrimonio immobiliare del clan sia a Palmi che nella Capitale e organizzando le intestazioni fittizie messe in atto per eludere i sequestri dei beni riconducibili alla cosca. Dal giugno al dicembre 2011, peraltro, Iannino sarebbe stato il plenipotenziario in Italia del boss Carmelo Gallico, rifugiatosi a Barcellona, in Spagna.

Nell'autunno 2011, peraltro, Iannino, eseguendo le disposizioni di Gallico e avvalendosi dell'ausilio dell'avvocato Francesco Cardone (attualmente imputato davanti al Tribunale di Palmi per favoreggiamento alla cosca Gallico) si sarebbe interessato della vendita di un compendio immobiliare riconducibile al clan e intestato a prestanome e per schermarlo dall'attività dell'autorità giudiziaria. Personaggio già noto alle cronache giudiziarie, Iannino, anche dopo la condanna risalente agli anni '90, avrebbe continuato a far parte della consorteria mafiosa palmese, anche con il ruolo di prestanome. Ed è proprio seguendo queste dinamiche che la Polizia di Stato sarebbe riuscita a ricostruire nuovi assetti dell'ingente patrimonio immobiliare dei Gallico, frutto evidentemente di illecite acquisizioni di cui, nel tempo, si è resa protagonista la consorteria.

Le indagini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, retta da Gennaro Semeraro, e del Commissariato di Palmi, coordinato da Fabio Catalano, avrebbero però scoperto il raggiro, arrivando quindi all'arresto di quindici persone (alcune ai domiciliari).

Altro personaggio di interesse investigativo sarebbe poi Francesco Barbera, che avrebbe riscosso i crediti di natura usuraia per conto della donna-boss Teresa Gallico, ma avrebbe anche gestito il giro di estorsioni necessarie per il sostentamento del clan. Tra le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare, infatti, vi sono diversi elementi a cognome Gallico (Carmelo, Domenico e Teresa, appunto), ma anche una serie di soggetti intranei al clan o che, comunque, avrebbero svolto attività di riciclaggio, per salvaguardare l'impero economico della cosca: tra questi, secondo l'accusa, Pasquale Gangemi, Vincenzo Parisi, Daniele De Salvo, ma anche il nucleo della famiglia Cosentino. Proprio uno dei membri del nucleo dei Cosentino, Emanuele, è l'unico irreperibile tra i soggetti arrestati, essendo latitante dal novembre 2013.

Come i vari tronconi dell'inchiesta "Cosa Mia", come pure le attività investigative sugli imprenditori Mattiani, anche l'indagine "Orso" va a colpire il patrimonio economico dei Gallico, rivelatisi una delle famiglie più ricche del patrimonio mafioso calabrese. La Polizia, infatti, ha posto sotto sequestro beni per circa sette milioni di euro, facendo dunque luce sulla governance del patrimonio immobiliare della cosca.

Questi i quindici destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere:

Francesco Barbera, classe 1977

Antonino Cosentino, detto Nino o "Poldino", classe 1961

Antonino Cosentino, classe 1984

Domenico Cosentino, classe 1986

Emanuele Cosentino, classe 1986

Giuseppe Cosentino, classe 1953

Daniele De Salvo, classe 1982

Domenico De Salvo, classe 1969

Carmelo Gallico, classe 1963

Domenico Gallico, classe 1958

Teresa Gallico, classe 1948

Pasquale Gangemi, classe 1947

Giovanni Iannino, classe 1955

Santina Iannino, classe 1983

Vincenzo Parisi, classe 1966

Tra i beni sequestrati due immobili ubicati a Palmi, uno a Roma, in via Guastalla, ma anche le società "Il Quadrifoglio s.a.s." con sede a Roma, nonché, infine, la ditta di Antonino Cosentino & co. con sede legale a Palmi.