L'unico a riscontrare, senza esitazioni, le dichiarazioni dell'ex sindaco di Rizziconi, Antonino Bartuccio, è il coraggioso imprenditore Antonino De Masi. Nella lunga serie di interrogatori disposti dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, tutti le altre persone sentite a sommarie informazioni testimoniali, avrebbero negato l'esistenza di pressioni mafiose sull'attività politica a Rizziconi.
Lo scenario è quello dell'indagine "Deus" che, proprio sulla scorta delle dichiarazioni di Bartuccio, porterà alla ribalta le pressioni della cosca Crea per defenestrare il primo cittadino (evidentemente non gradito al clan con le proprie scelte) e arrivare allo scioglimento del Comune.
Tra le tante persone ascoltate, però, l'unico a riscontrare le dichiarazioni di Bartuccio circa la mafiosità dei Crea (storica famiglia retta dal capoclan Teodoro, detto il "Toro") è appunto De Masi, che ha ingaggiato da anni una dura lotta contro la criminalità, ma anche contro lo strapotere delle banche. E' stato lui l'unico a confermare la capacità di controllare il territorio, sfruttando il terrore della gente, da parte dei Crea. Gli altri – una decina in tutto – non hanno avvalorato le dichiarazioni di Bartuccio sulla mafiosità dei Crea, ma solo sulle circostanze di fatto (peraltro già acquisite tramite intercettazioni e documenti). Si tratta di gente coinvolta, a vario titolo, nei fatti: dai consiglieri dimissionari Russo e Anastasi, fino al vicesindaco Casella.
Tutti a negare le pressioni mafiose, riconducendo tutte le manovre che porteranno Bartuccio a casa e allo scioglimento del Comune a mere questioni politiche. Gli accertamenti della Dda, però, avrebbero dimostrato ben altro.