di Benedetta Malara - "Il maresciallo Andrea Marino aveva avvertito il comitato della festa di non effettuare quella fermata, ma quando si è allontanato noi come amministrazione comunale abbiamo deciso di far prevalere il buon senso e far terminare la processione".
Sono queste le parole, invero di conclusione, di Domenico Giannetta, sindaco di Oppido Mamertina. Questa mattina, lui e la sua amministrazione si sono riuniti nella sala consiliare del Comune per spiegare la loro versione dei fatti del 2 luglio, giorno in cui, durante la processione che porta la Madonna delle Grazie ad attraversare la frazione di Tresilico, la vara si sarebbe fermata e inchinata davanti all'abitazione del boss Giuseppe Mazzagatti, ergastolano ai domiciliari per motivi di salute.
Il gesto del corteo, secondo una prima versione, avrebbe provocato la reazione indignata del maresciallo dei carabinieri Andrea Marino, che insieme ai suoi uomini avrebbe abbandonato la manifestazione religiosa per protesta.
Già ieri sera, questa versione era stata smentita dal comandante provinciale dei carabinieri Lorenzo Falferi: l'allontanamento di Marino sarebbe stato invece motivato dalla necessità di "espletare delle operazioni di polizia giudiziaria", ovvero di procedere all'identificazione dei responsabili – se ce ne saranno lo deciderà la magistratura – del gesto di riverenza verso il boss.
Come ci tiene a sottolineare lo stesso Giannetta, infatti, il maresciallo Marino avrebbe tranquillamente partecipato alla processione una volta terminati i propri compiti istituzionali.
"Marino aveva comunicato l'esigenza di non girare la Madonna al Comitato per la festa – ha detto Giannetta – forse diceva cercate di non farlo, c'è qualche problema non so di che natura, nel momento in cui stavano facendo la rotazione mi ha detto 'mi devo staccare per protesta'".
E poi ancora, rispondendo alle domande dei giornalisti: "Mi trovavo 30 metri davanti alla vara – ha spiegato il sindaco, che precede la vara insieme alle autorità militari ed ecclesiastiche – e con me c'era il maresciallo Marino. Nel momento in cui ciò accadeva (l'inchino, nda) eravamo avanti e io proseguivo la processione. A un certo punto il comandante, che era già accorto su questa questione, si è girato e ha visto la rotazione. Da quel momento mi ha detto 'io mi allontano perché ho visto in questo gesto un gesto di riverenza verso...".
Giannetta, in tutta la conferenza stampa, non pronuncia mai il nome del boss Mazzagatti, quando parla di 'ndrangheta è solo per sottolineare come ad Oppido viva anche gente per bene, che lavora e agisce nel rispetto della legalità.
"Ci siamo ritrovati un po' scossi – aggiunge spiegando il perché alla fine nessuno abbia abbandonato la manifestazione – mancavano 300 metri alla chiesa e abbiamo preferito il buon senso. Io mi sono avvicinato a uno dei preti chiedendo cosa fosse successo e il comandante è rientrato quasi alla fine a riseguire la processione".
Ma se Giannetta, dopo tre anni da assessore e 40 giorni da sindaco, sente il bisogno di chiedere informazioni sui motivi dell'allontanamento di Marino, forse non conosce bene chi abita il suo territorio, o forse una semplice svista. Ma come detto più volte nella giornata di ieri, il percorso della Madonna delle Grazie è lo stesso da trent'anni. E proprio perché è lo stesso da trent'anni e dalla parte del paese in cui risiede Mazzagatti non è previsto il passaggio della vara si usa fare la rotazione, anche se secondo quanto riferito dall'amministrazione il punto preciso sarebbe un paio di metri dopo, in corrispondenza dell'ospedale incompiuto della città.
"La processione non si è fermata sotto casa di un boss – ha detto Giannetta – saremmo stati i primi ad andare via in maniera massiccia, non sarebbe rimasto nessuno dell'amministrazione a seguire la processione. È vero le tradizioni vanno rispettate, l'inchino non è altro che una rotazione dove abitano mille persone tra le quali anche altre. La processione di Tresilico dura quasi due ore. È da 40 giorni che sono sindaco – ha spiegato – da che mi possa ricordare ho partecipato alla processione nei tre anni in cui sono stato assessore e c'è stata sempre la tradizione. Non è una giustificazione, probabilmente prima non c'erano indagini in corso, non so cosa ci possa essere".
Questa la spiegazione di Giannetta, che però sottolinea fermamente il proprio sostegno ai militari e alla magistratura: "Noi siamo accanto alle forze dell'ordine – ha detto – ma da qua ad andare a tacciare i cittadini di connivenza no. Il percorso lo stabilisce la parrocchia, quindi noi non c'entriamo nulla".
Già, la parrocchia. Le parole di monsignor Milito, vescovo di Oppido Palmi, sono state di dura condanna. Ma la dura condanna è arrivata anche prima: non è da dimenticare infatti la visita di Papa Francesco in Calabria, e la scomunica verso la 'ndrangheta che ha avuto non poco penso anche sullo stesso sistema mafioso, da sempre legato a doppio filo con una grande fede cattolica. Se da trent'anni la Madonna delle Grazie veniva fatta fermare sotto casa del boss, perché solo quest'anno ha fatto notizia? Se lo chiede il sindaco di Oppido, e anche gli stessi cittadini, per nulla contenti di ritrovarsi sulle pagine di cronaca per una vicenda legata all'asservimento alla 'ndrangheta. "Vogliamo essere portatori della parola del Santo Padre – ha chiarito il sindaco – noi condanniamo ogni gesto e ogni forma di criminalità".
Ma dalla chiesa di Oppido Mamertina, quella che deciderebbe le fermate, nessun commento su quanto accaduto. Non una parola, non mezza frase, nulla. "Ho parlato col parroco – concede il sindaco – io sono passato a chiedere spiegazioni, ha detto che era tradizione".
"Devo salvaguardare e difendere la popolazione – ha poi rimarcato– perché la mafia e la 'ndrangheta possono esistere in tanti paesi, e anche qua, ma qua vivono tante persone perbene, che vogliono lavorare e mandare avanti le famiglie. Non bisogna strumentalizzare, siamo fiduciosi, e nella massima collaborazione con l'autorità giudiziaria ci costituiremo parte civile nel processo contro i responsabili".
Se i responsabili verranno individuati, e saranno cittadini oppidesi, Giannetta si è detto pronto anche a 'mettersi contro di loro', nonostante la scelta di far proseguire la processione proprio per rispetto delle tante persone devote che seguivano la vara. Il "buon senso" citato dallo stesso sindaco che ha imposto all'amministrazione e al suo seguito di camminare per quegli ultimi 300 metri che separavano il corteo dalla chiesa, e concludere la processione.
La protesta del maresciallo Marino, insita nella propria azione di procedere all'identificazione di chi ha deciso di tenere comunque la sosta della Madonna nonostante le proprie indicazioni, a poco è servita contro la necessità di non fare terminare la processione proprio a 300 metri dalla chiesa.
Dopo aver scelto il bene della sua comunità, Giannetta è comunque pronto a condannare i responsabili e ad essere al fianco della magistratura. "Abbiamo chiesto un'udienza a Sua Santità – ha detto – per divenire icona dell'amministrazione della legalità, non solo in questa provincia e non solo in Calabria. Abbiamo chiesto udienza anche al Prefetto per discutere di norme, affinché ci sia una regolamentazione seria per le prossime processioni".