Per la Procura avevano 3400 dosi di eroina: condannati a soli due anni e cinque mesi a Milano

avvalfredofotiErano stati coinvolti in una operazione che aveva sgominato un'organizzazione criminale dedita al traffico di eroina. Soggetti della Provincia di Reggio Calabria (Brancaleone) e soggetti del milanese (Monza in particolare) unitamente ad esponenti della criminalità organizzata albanese di Tirana. Le indagini avevano consentito di accertare i rapporti criminali sull'asse Reggio Calabria-Tirana-Milano finalizzati allo spaccio dello stupefacente nell'hinterland milanese

Nel mese di dicembre 2013 la complessa attività investigativa delle forze dell'ordine di Milano e Monza – coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano e dalla Procura della Repubblica di Monza – aveva portato al sequestro di un ingente quantitativo di eroina (18 kg) oltre che di strumenti atti a favorire lo spaccio della sostanza (bilancia per la pesatura e 500 bustine per il confezionamento) e la conseguente esecuzione di plurime ordinanze di custodia cautelare in carcere.

A seguito di una complessa attività di intercettazione telefonica/ambientale (sulle utenze telefoniche degli indagati e sulle autovetture degli stessi) e di osservazione-controllo-pedinamento, i Carabinieri erano riusciti ad individuare il nascondiglio dello stupefacente in una abitazione di Monza, di proprietà di due soggetti, Renata Bruna Monieri (monzese) e Francesco Cuzzilla (di Galati fraz. di Brancaleone) tuttavia solo grazie all'intervento dei cani antidroga le forze dell'ordine erano riuscite a trovare lo stupefacente, adeguatamente occultato dai due soggetti. Dalle risultanze investigative emergeva il ruolo fondamentale svolto dai due all'interno dell'organizzazione criminale Italo-albanese.

I due imputati, difesi dagli avv.ti Alfredo Foti del Foro di Roma e Franco Lento del Foro di Reggio Calabria, avevano scelto di essere giudicati con le forme del rito abbreviato.

All'udienza del 26 Giugno scorso i legali, durante le loro arringhe, hanno sviluppato le loro tesi difensive in favore dei degli imputati sulla scorta della più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione in materia di stupefacenti.

avvfrancolentoIn particolare, la difesa si è incentrata su alcuni importanti principi di diritto relativi, tra l'altro, all'onere della pubblica accusa di dimostrare che la detenzione era finalizzata allo spaccio e, ancora, sull'applicazione dell'ipotesi della c.d. "lieve entità" di cui all'art. 73 comma 5 dpr 309/90 (che, in caso di reati in materia di stupefacenti, comporta pene edittali decisamente inferiori rispetto alle ipotesi ordinarie) alla luce delle recenti modifiche legislative e giurisprudenziali che hanno riformato quella che era una mera attenuante ad effetto speciale in una autonoma fattispecie di reato.

La Procura, a supporto della tesi accusatoria, aveva invece depositato la perizia di laboratorio effettuata sullo stupefacente sequestrato, che aveva riscontrato la presenza di addirittura 3.400 (tremilaquattrocento) dosi singole di eroina destinate ad essere immesse sul mercato milanese.

All'udienza del 26 Giugno scorso, il Giudice dell'Udienza Preliminare, condividendo le tesi difensive degli avvocati Foti e Lento, ha escluso la finalità di spaccio dello stupefacente ed ha condannato i due imputati alla pena di soli 2 anni e 5 mesi di reclusione, concedendo loro anche le circostanze attenuanti generiche, ed accogliendo, inoltre, la richiesta di immediata revoca della custodia cautelare in carcere e di sostituzione con gli arresti domiciliari.