di Lavinia Romeo - La difficile situazione dell'edilizia residenziale pubblica nella città di Reggio Calabria è un "problema atavico", portato da anni all'attenzione di cittadini e istituzioni da parte dei mezzi informazione locale. Ma l'arrivo di un emittente nazionale – Mediaset con "Le Iene" e il servizio "La terra di nessuno" - a documentare la drammatica situazione degli alloggi pubblici nel quartiere Arghillà, ha comportato l'improvvisa esigenza da parte dell'Aterp, l'azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica di Reggio Calabria, di chiarire alla stampa il quadro delle responsabilità e delle competenze nella gestione degli alloggi.
"Noi come azienda abbiamo competenza solo nella gestione degli alloggi - afferma il commissario dell'Aterp, Gianni Artuso - costruiamo gli alloggi, riscuotiamo i canoni, facciamo manutenzione dove è necessario farla e non abbiamo assolutamente competenza in materia di assegnazione alloggi, né di cambio alloggio, tutte quelle che sono le attività amministrative legate alla gestione degli alloggi - continua - sono in capo ai sindaci dei comuni sui territori nei quali ricadono gli alloggi stessi".
Sono circa 15 mila gli immobili gestiti dall'azienda, circa 6 mila solo nella città di Reggio "Le problematiche di gestione di questi alloggi sono tantissime - continua Artuso - abbiamo una morosità del Il 52% nel pagamento del canone, nonostante questo si aggiri intorno alle 15-18 euro mensili".
L'Aterp ricorda dunque come la legge preveda che siano i sindaci a gestire l'assegnazione degli immobili, l'azienda, oltre alle questioni gestionali, è chiamata anche a segnalare alle autorità gli occupanti abusivi e gli occupanti che non posseggono più i requisiti per l'assegnazione. "Le due problematiche più grosse di Reggio Calabria sono Arghillà e il viale Europa - prosegue Artuso - ad Arghillà l'Aterp è proprietaria di circa mille alloggi, di questi, 481 sono regolari, 189 risultano occupati abusivamente e sono stati denunciati, altri 349 sono occupati abusivamente ma non sono stati denunciati", una situazione fuori controllo dunque, con i 50 alloggi che ancora risultano liberi, a cui l'azienda ha dovuto murare le finestre per impedire l'insediamento di altri ospiti abusivi.
Altrettanto drammatica risulta, secondo le stime fornite dal commissario straordinario Aterp, la situazione del lotto di case popolari presente in Viale Europa. Il gravissimo stato in cui versano gli immobili, ha fatto si che gli stessi fossero dichiarati pericolanti nel 2004, ma gli abitanti degli alloggi si sono rifiutati di essere dislocati in abitazioni provvisorie, tanto da non permettere all'azienda di demolire lo stabile e costruirne uno nuovo.
"I legittimi assegnatari risultavano essere 56, di questi 28 sono stati trasferiti in altri alloggi liberi- afferma Artuso - gli altri 28, invece, sono ancora lì dopo 10 anni, a loro il Comune aveva trovato una soluzione, cioè quella di spostarsi ad Arghillà, ma nessuno ha accettato".
Il commissario ricorda come nel caso di Viale Europa, esista un progetto esecutivo, progetto che non può partire a causa della volontà degli inquilini di rimanere all'interno degli alloggi pericolanti "questo è un paradosso grave- dice Artuso - perché c'è un progetto pronto, con i soldi già stanziati, ben 7 milioni e 200 mila euro,più tempo passa più rischiamo di perdere questi fondi".
Alla domanda sulla manutenzione degli immobili, che invece risulta di pretta competenza dell'Azienda Aterp, le argomentazioni di Artuso restano più vaghe, le problematiche relative agli impianti fognari,ad esempio, denunciati nel servizio delle "Iene" nel quartiere Arghillà, non possono essere completamente risolte per mancanza di sufficiente copertura finanziaria, anche se Artuso ricorda, come il caso della signora Maria, sia stato risolto tempestivamente dall'azienda dopo la segnalazione.
L'azienda può dunque occuparsi, secondo Artuso, solo dei casi più urgenti di manutenzione: "A fronte di un patrimonio di 15 mila alloggi, il 60 % è vetusto che richiederebbero continuamente interventi manutentivi - afferma - noi non abbiamo le condizioni economiche per effettuare tutti gli interventi, dovremmo guadagnare al posto di 5 milioni, 10 milioni di euro, perché i nostri introiti provengono dalla riscossione dei canoni, dalle rendite e dai diritti tecnici sulle nuove costruzioni, che però non si sta costruendo".
Resta da chiedersi se, una volta chiarito all'opinione pubblica il quadro preciso delle competenze, nel gioco di responsabilità tra Amministrazioni comunali e azienda, ci sarà in futuro, a Reggio, un miglioramento nella gestione dell'edilizia residenziale pubblica.