Reggio, due arresti per droga e applicazione del braccialetto elettronico per atti persecutori

Nel corso del fine settimana i Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria sono stati impegnati in un servizio di controllo straordinario del territorio nei quartieri Rione Modena e Archi Cep di Reggio Calabria. Il servizio è stato finalizzato alla repressione dei reati in materia di stupefacenti al fine di contrastare in modo efficace il pericoloso fenomeno della diffusione degli stessi, soprattutto tra i più giovani. Per far fronte a tale fenomeno delittuoso il Comando Provinciale di Reggio Calabria ha disposto un' intensificazione dei servizi di controllo del territorio, concentrando l'attenzione nelle fasce orarie reputate più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica. Le operazioni di controllo del territorio hanno visto il dispiegamento in campo di decine di Gazzelle del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Compagnia di Intervento Operativo dei militari del Nucleo Cinofili del GOC di Vibo Valentia, centinaia i controlli effettuati con perquisizioni veicolari e domiciliari e controlli a tappeto di pregiudicati sottoposti a misure restrittive. Tale dispiegamento di uomini e mezzi ha consentito di sorprendere diversi soggetti che detenevano illegalmente una rilevante quantità di sostanze stupefacenti. In particolare, nel corso dell'operazione i Carabinieri della Stazione di Rione Modena hanno effettuato alcune perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire delle sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina. L'operazione è scattata alle prime luci dell'alba con servizi di osservazione ed appostamenti in un'area periferica della città. Al termine del servizio di appostamento, individuata la casa ritenuta di interesse, è scattata la perquisizione. Poiché all'interno dell'abitazione non veniva rinvenuta alcuna sostanza, si estendevano gli accertamenti ad un terreno attiguo dove vi era la presenza di un casolare adibito a deposito. All'interno di questo casolare, tra il fieno presente, veniva rinvenuto un involucro in cellophane termosaldato al cui interno veniva rinvenuta sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso di grammi 400. Continuando la ricerca, i militari rinvenivano abilmente sotterrato, una scatola di plastica al cui interno era custodita sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso di 30 grammi, venivano, inoltre, trovate altre due dosi di sostanza stupefacente del peso di grammi 1 ciascuno e un bilancino elettronico di precisione. Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza raccolti i militari arrestavano nella flagranza del delitto di detenzione illecita di sostanze stupefacenti: Giovanni Moschera, trentaseienne di Reggio Calabria.

Nel corso della stessa operazione, nella parte sud della città, nel quartiere Archi Cep, i militari della Stazione Carabinieri di Archi, coadiuvati da unità cinofile per la ricerca di sostanze stupefacenti del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, effettuavano una perquisizione all'interno dell'abitazione di Sebastiano Nicolò, trentatreenne di Reggio Calabria. All'interno dell'abitazione veniva rinvenuto, all'interno di un cassetto, un involucro di carta contenente una busta trasparente con all'interno della sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso di 0,40. Oltre allo stupefacente veniva rinvenuta la somma contante di 345 euro suddivida in 5, 10, 50 euro. Alla luce degli elementi raccolti si decideva di estendere la perquisizione nelle immediate adiacenze dell'abitazione. In tal modo, nel porta ombrelli posto all'esterno del portone veniva rinvenuta ulteriore sostanza stupefacente del tipo cocaina dal peso di 14 grammi. Le analisi eseguite nell'immediatezza dal laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, fugava qualsiasi dubbi sulla riconducibilità della droga a Nicolò il quale veniva arrestato nella flagranza del delitto di detenzione illecita di sostanza stupefacente.

Nel medesimo contesto, la Stazione Carabinieri di Reggio Calabria principale, dava esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di M.E., trentatreenne di Reggio Calabria, accusato dei delitti di atti persecutori, lesioni, violazione di domicilio, danneggiamento. L'attività investigativa dei militari era stata avviata a seguito delle denuncie querele presentate nel mese di Aprile dalla ex convivente dell'uomo. Incredibile il racconto fatto ai militari dalla donna. L'uomo in preda ad una folle gelosia impediva alla stessa qualsiasi libertà di uscire con le amiche, infatti in una circostanza, al suo rientro a casa dopo essere uscita con un'amica, aveva trovato l'uomo che si era introdotto in casa dopo aver danneggiato la maniglia del portone d'ingresso, a quel punto era stata picchiata selvaggiamente e poi minacciata con frasi gravissime "se non vuoi stare con me te ne devi andare da Reggio se no ti brucio viva". Dopo qualche giorno l'uomo aveva bruciato la finestra della stanza dove vivevano le figlie della donna, le aveva anche danneggiato il telefonino. Così alla luce degli elementi probatori raccolti dai militari della Stazione di Reggio Calabria Principale, su richiesta del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica, il GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria emetteva la misura cautelare degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico, si legge nella misura "numerosi risultano i comportamenti di minaccia e violenza agiti dall'indagato ed indirizzati alla donna che denotano senz'altro particolare morbosità, deviata affezione, ossessiva attenzione e, nel contempo, un non celato dispregio per l'ordine costituito, violabile, nella distorta visione dell'uomo, allorquando in gioco ci sia il recupero della relazione od anche la vendetta per l'ingiustificato rifiuto di riallaccio della stessa ovvero per l'asserita disubbidienza alle regole imposte."