Processo "Califfo": il pm Cerreti inizia la requisitoria contro i Pesce di Rosarno (RC)

cerreti alessandraIl sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti (nella foto), ha iniziato la propria requisitoria nell'ambito del processo "Califfo", celebrato contro la potente cosca Pesce di Rosarno. Il pm antimafia, da anni impegnata nelle indagini sulla 'ndrangheta del versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria, ha parlato per circa sette ore, sviscerando la prima parte delle argomentazioni portate avanti con l'inchiesta e concentrandosi, in particolare, sulla figura di Francesco Pesce, alias "Ciccio Testuni". Il pm Cerreti ha infatti delineato la personalità e la caratura criminale dell'uomo che, arrestato dai Carabinieri dopo un periodo di latitanza, cercherà di riorganizzare la cosca, attraverso le indicazioni che sarebbero dovute fuoriuscire dal carcere.

L'operazione "Califfo", infatti, prenderà le mosse proprio dal ritrovamento di un "pizzino", scritto in carcere da Ciccio Testuni due giorni dopo l'arresto, nell'agosto del 2011. Un ritrovamento per il quale il pm Cerreti ha ringraziato il personale della Polizia Penitenziaria: "Senza il coraggio e la professionalità dimostrata non sarebbe stato possibile svolgere il processo" ha detto il pm della Dda.

Da capo della cosca, infatti, nel "pizzino" Francesco Pesce impartiva diverse direttive, sia di natura economica, ma, soprattutto, con riferimento alle dinamiche interne del clan, che avrebbe dovuto rigenerarsi nonostante la sua cattura. Di valore enorme il messaggio "fiore per mio fratello" con cui il boss passava la reggenza della storica cosca di Rosarno al fratello Giuseppe.

Il pm Cerreti ha chiesto inoltre di valutare la trasmissione degli atti per un consulente delle difese che si occuperà dell'ascolto e della trascrizione delle intercettazioni che fanno parte del materiale accusatorio. Il magistrato requirente dovrebbe concludere il proprio intervento venerdì prossimo con la formulazione delle proprie richieste.