Omicidio Simari: confermato in appello l'ergastolo per Tommaso Costa

costatommasoConfermata anche in appello la condanna all'ergastolo del boss Tommaso Costa, accusato dell'omicidio di Pasquale Simari, avvenuto nel luglio 2005 a Gioiosa Jonica, nella Locride. La Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria ha condannato (in riforma rispetto alla sentenza di primo grado) anche Cosimo Salvatore Panaia, a dodici anni e sei mesi, e Marcello Zavaglia, a undici anni.

Sono le 22.30 del 26 luglio 2005 quando, a Gioiosa Jonica, in provincia di Reggio Calabria, Pasquale Simari viene freddato da nove colpi di calibro 6,35 in Piazza Vittorio Veneto. Il 40enne, pregiudicato, è ritenuto vicino alla cosca Ursino, nativa proprio di Gioiosa, ma con ramificazioni nel nord Italia, in particolare in Piemonte.

Sarà l'indagine "Mistero", curata dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, a svelare i particolari dell'agguato: Simari avrebbe riconosciuto il proprio assassino e si sarebbe dato alla fuga. Sebbene fosse ferito gravemente riuscirà a raggiungere il locale "Bistrot", dove, però, il sicario lo rintraccerà, finendolo con un colpo alla nuca, secondo il più classico dei cliché mafiosi.

Simari sarebbe stato eliminato poiché, dopo la scomparsa del boss Vincenzo Macrì, assassinato a Siderno il 30 aprile 1994, avrebbe tentato in tutti i modi di mettersi in proprio negli affari. Si sarebbe dunque avvicinato ai Cordì di Locri che, in quel periodo erano impegnati nella faida contro i Cataldo, alleati ai Costa-Curciarello di Siderno, a sua volta federati agli Ursino di Gioiosa. Simari, peraltro, avrebbe apertamente sfidato la cosca Ursino recandosi al funerale del boss Salvatore Cordì, assassinato a Siderno il 31 maggio 2005.

Da qui, dunque, la decisione di ucciderlo.

Un delitto in cui sarebbe stato decisivo il ruolo di Tommaso Costa, coinvolto nel delitto del giovane Gianluca Congiusta, assassinato a Siderno il 24 maggio 2005, poco più di due mesi prima di Pasquale Simari.