Sgarbi a Reggio: "Fasullo lo scioglimento del Comune, Scopelliti vittima"

Sgarbi Vittoriodi Lavinia Romeo - Continuano le voci di solidarietà nei confronti del Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, ad esprimere l'incondizionato sostegno nei confronti del Governatore per la recente condanna a 6 anni nel processo noto come "Caso Fallara", è stavolta l'ex sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi.
Sgarbi, accolto da un bagno di folla, è intervenuto ad un evento nel corso di "Panorama D'Italia", manifestazione itinerante organizzata dalla rivista Panorama, che fa in questi giorni tappa a Reggio Calabria.
Prima di intraprendere, all'interno del Museo Nazionale della Magna Grecia, un'interessate lezione sulla storia dei Bronzi di Riace, Sgarbi ha rilasciato ai cronisti alcune dichiarazioni sulla gestione, da parte delle istituzioni, delle due statue bronzee: "Non sono sicuro che questo terzo restauro voluto dal ministero fosse necessario, ma sono certo che i 33 miliardi spesi per il museo sono stati una spesa insensata voluta da uno Stato criminale".

Ma l'eloquio assume toni più accesi, quando Sgarbi si esprime sul commissariamento in cui versa il comune di Reggio Calabria: "Salemi - afferma - è stato sciolto da un vice prefetto della 'ndrangheta, tale Giuseppe Ranieri di Vibo Valentia, un criminale che è stato messo a capo della commissione che ha sciolto il comune, per quanto riguarda Reggo Calabria - continua Sgarbi - io ho ricevuto Arena e Scopelliti che mi hanno fornito il dossier che dimostrava che lo scioglimento era fasullo".
"Quella demente della Cancellieri - dichiara Sgarbi riferendosi all'ex ministro degli Interni - ha detto che lo scioglimento riguardava il periodo successivo alla sindacatura di Scopelliti, in realtà questo comune non andava affatto sciolto. Scopelliti - continua Sgarbi - è stato una vittima, anche del suo capo Alfano, il quale ha provocato lo scioglimento, non sapremo se l'appello darà ragione a Scopelliti, se dovesse avere ragione, questo sarà ulteriore prova che la legge Severino è una legge idiota, fatta da Berlusconi, frutto di una politica sbagliata che crea degli effetti contraddittori, il responsabile di tutto è Alfano, un ministro degli interni, che è un totale incapace, che non è stato in grado di recuperare neanche, il suo principale alleato locale che è Scopelliti".
Sgarbi non ha dubbi che la decisione riguardante lo scioglimento del comune di Reggio Calabria, non sia legata alla corretta attività della magistratura, ma bensì agli umori ed alle sensazioni di quanti, come prefetti e magistrati, utilizzano gli scioglimenti per fare carriera.

Dura è anche l'invettiva che Sgarbi lancia nei confronti del magistrato antimafia Nino Di Matteo, vittima recentemente di continue minacce di morte da parte di d Totò Riina: "A Di Matteo non capiterà nulla - afferma Sgarbi - lo ritengo un politico, diventerà come Ingroia, perché il pericolosissimo Riina non vuole eliminare anche Ingroia? non si capisce perché le intercettazioni che riguardavano Riina siano state fatte circolare - incalza Sgarbi - evidentemente era utile che circolassero".
Sgarbi è dunque convinto che l'ipotesi di una trattativa tra stato e mafia, non sia altro che il frutto dell'invenzione di alcuni magistrati in cerca di una vetrina politica: "Io sono dalla parte di Napolitano, è matematicamente certo che non c'è alcuna trattativa che abbia guidato Napolitano, chi lo dice è un diffamatore. Di Matteo è uno che cerca di far arrivare alla confusione che lo Stato ha trattato, se lo Stato avesse trattato - afferma - non sarebbe trattativa ma ragion di Stato".
Sgarbi difende la possibilità ch esista una pluralità di voci e di idee su questi temi: "Il problema è che, se uno ha un'idea diversa da Di Matteo e dagli altri, allora vuol dire che è amico della mafia, invece è amico della mafia chi la inventa per diventare eroe dell'antimafia, quello di Riina è stato uno sfogo - afferma - io discuto che si creda che le parole di uno che si trovi da 20 anni al 41 bis , siano realmente pericolose per qualcuno".
E sempre rivolgendosi all'azione dei magistrati conclude: "Cerchino i veri delinquenti, quelli che stanno distruggendo il meraviglioso paesaggio della Calabria, della Puglia e della Sicilia con le pale eoliche, quella è la mafia, non i giochetti che si inventano quelli che vanno a cercare le cose del 1992-93 perché oggi non sanno cosa fare".