di Claudio Cordova - La posizione più importante, quella del boss Pino Ficara, regge molto bene arrivando a una condanna a 17 anni reclusione a fronte di una richiesta di 21. Nel complesso sono oltre 100 gli anni di carcere complessivi che il Tribunale presieduto da Andrea Esposito ha inflitto a capi e affiliati alle cosche Ficara e Latella, colpite con il procedimento "Reggio Sud". Al cugino di Pino Ficara, quel Giovanni Ficara che rappresenterebbe l'ala contrapposta della cosca, il Tribunale ha invece inflitto 8 anni e 2 mesi (ma il boss già condannato nell'indagine "Reale" non rispondeva di associazione mafiosa) A parte alcune assoluzioni (molte altre erano state richieste in sede di requisitoria) regge l'accusa portata avanti dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino.
La condanna più dura, oltre a quella di Pino Ficara è quella che il Tribunale infligge a Carmelo Riggio, punito con 16 anni e 6 mesi di reclusione. Condanna dura anche per Mariano Benito Foti, 13 anni e 6 mesi (ma la richiesta era di 30 anni) e Vincenzo Principato, anch'egli 13 anni e 6 mesi. Giovanni Zappalà rimedia invece 12 anni e 6 mesi. Quattro imputati, Carmelo Latella, Santo Siclari e Paolo Manti, vengono poi puniti con 12 anni di carcere ciascuno, mentre Romano Amato se la cava con 5 anni. Al fido scudiero di Giovanni Ficara, Costantino Carmelo Billari, il Tribunale ha inflitto 3 anni di reclusione.
Condanne esigue poi per gli imputati di minore calibro: un anno ciascuno a Luciano Netti, Bruno Pizzi, Consolato Geria, Angelo Principato e Demetrio Geria, nonché 4 mesi a Fortunato Cilione e due mesi per Domenico Ficara. Per tutti pena sospesa.
Quanto alle assoluzioni, invece, la più pesante è quella decisa su Stefano Sapone, assolto e scarcerato, a fronte di una richiesta di condanna a 18 anni di reclusione (difeso dagli avvocati Marco Martino e Giuseppe Mazzetti). Assolti anche Antonino Campolo e Leonardo Bruno (anch'egli difeso dall'avvocato Marco Martino). A queste assoluzioni e alle nove già richieste dal pm Musolino (Giuseppe Mento, Barbara Quattrone, Carmelo Quattrone, Costantino Suraci, Luigi Musolino, Santo Siclari, Raffaele Lopez, Annamaria Latella, Augusto Giuffrida) arrivano anche quelle per i dipendenti della Bartolini, Carmine Iacopino e Francesco Fontana, nonché quelle per Enzo Bevilacqua, Antonella Piromalli, Rosa Sarrocco e Demetrio Praticò (gli ultimi due difesi dagli avvocati Andrea Alvaro e Luca Barillà e Vincenzina Leone).
L'indagine "Reggio Sud", curata dai pm della Dda Marco Colamonici e Stefano Musolino culminerà con l'operazione congiunta di Guardia di Finanza e Carabinieri dell'11 marzo 2011. Fiamme Gialle e militari dell'Arma svelarono le infiltrazioni delle cosche in importanti ditte come la Bartolini, ma anche negli appalti dell'Expo 2015 di Milano, attraverso prestiti alle società impegnate nella monumentale opera. Secondo le indagini svolte dalla Dda, la cosca avrebbe controllato le attività della ditta "Bartolini", operante nel settore della consegna al dettaglio di pacchi e corrispondenza, e delle ditte impegnate nelle attività dell'Expo 2015 di Milano: da qui il coinvolgimento del responsabile territoriale, Carmine Iacopino, e del vicecapo Mento, entrambi assolti dal Tribunale di Reggio Calabria.
La consorteria Ficara, in particolare, è stata coinvolta, in un modo o nell'altro, dalle indagini "Reale", "Crimine" e "Piccolo Carro". Nella prima, infatti, sarebbero emersi contatti con la cosca Pelle di Bovalino e la partecipazione, come concorrente esterno, del commercialista Giovanni Zumbo, ritenuto dagli inquirenti una talpa delle cosche. Anche le risultanze dell'indagine "Crimine" interesseranno le due famiglie, con l'elezione di Nino Latella alla carica di capo società della Provincia della 'ndrangheta. L'indagine "Piccolo Carro", che ha invece fatto luce sul ritrovamento di una macchina piena di armi ed esplosivi nel giorno della visita a Reggio Calabria del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, farà invece emergere i contrasti, in seno alla cosca, tra i cugini Giovanni Ficara, arrestato nell'operazione "Reale" e Pino Ficara: il primo, del gruppo "Coca Cola", il secondo, detto il "gioielliere".