Reggio, omicidio Quirino: piste interne al rione Modena

quirinofrancofabiodi Claudio Cordova - Hanno sentito persone – potenziali testimoni, ma non solo – per tutta la notte. I Carabinieri di Reggio Calabria hanno dato fondo a tutte le proprie risorse per provare a dare un nome all'assassino di Fabio Franco Quirino, ucciso ieri sera, intorno alle 23, in un cortile delle palazzine del rione Modena, periferia degradata della città. L'uomo è stato raggiunto da alcuni colpi d'arma da fuoco, arrivando già cadavere agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, dove alcune persone lo avevano trasportato d'urgenza in una vana corsa contro il tempo.

Soggetto "già noto agli atti di questo Ufficio", direbbero le forze dell'ordine per descrivere la figura di Quirino, coinvolto e alla sbarra nel processo "Alta Tensione", celebrato proprio contro i clan dei rioni Modena e Ciccarello. In quella sede Quirino era accusato di intestazione fittizia di beni in favore del boss Checco Zindato, attualmente in carcere e di recente associato al regime del 41bis, il carcere duro che solo ai capimafia viene riservato. Quirino si sarebbe mosso proprio negli ambienti della cosca Zindato, a sua volta federata al più potente clan Libri.

Il padre, Santo Quirino, era stato ucciso in un agguato nel 2005.

Varie le piste che i Carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, stanno battendo. Quirino era anche proprietario della pizzeria-trattoria "La Tavernaccia", ubicata proprio nel rione Modena e alcuni giorni fa teatro di un incendio. Le indagini dei militari dell'Arma, però, non si concentrano su un solo ambito, cercando di delineare le ore e i giorni immediatamente antecedenti alla serata di ieri, in cui Quirino troverà la morte. Vi sarebbe stato un conflitto a fuoco in una strada parallela a quella adiacente al cortile, distante da lì poche decine di metri. Sembra quindi vi siano stati due momenti distanti che hanno poi portato alla morte di Quirino. Quirino nel pomeriggio potrebbe aver subito una prima aggressione, poi replicata in serata, terminata con Quirino ferito che si sarebbe diretto verso il garage.

La chiave del delitto potrebbe essere rintracciata proprio nell'effervescente contesto malavitoso di Modena e Ciccarello, quartieri i cui ras mafiosi sono tutt'oggi in carcere, o in custodia cautelare o in seguito a dure condanne. Quirino, uno dei pochi il libertà, poteva quindi muoversi più o meno liberamente e proprio i suoi comportamenti potrebbero essergli stati fatali.

E' stata una notte d'indagine, per i Carabinieri, che hanno quindi ascoltato le dichiarazioni di diverse persone, eseguendo anche alcuni esami di natura scientifica, al fine di individuare la pista e le persone giuste.

Quelle che potrebbero portare alla risoluzione del caso.