Si dice sereno perchè l'avviso di garanzia ricevuto gli permetterà di "essere sentito e difendersi nelle sedi proprie" come avrebbe già richiesto da tempo: non sembra turbato dall'inchiesta della Procura di Reggio Calabria che lo vede formalmente indagato insieme ad altre undici persone, l'ex assessore regionale al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi. Concussione, corruzione e falso ideologico: sono queste le ipotesi di reato a carico del politico formulate dal sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia, che ha aperto un'inchiesta sui presunti illeciti nella procedura di concorso per l'assunzione di due dermatologi nell'ospedale di Reggio Calabria. Un concorso poi vinto dalla moglie di Naccari Carlizzi, ma che – stando all'esposto presentato dall'allora dirigente facente funzioni del reparto di Dermatologia, Maria Arcidiaco – non si sarebbe svolto in modo regolare. Proprio quella denuncia sarebbe partita l'inchiesta che ha portato il sostituto Tenaglia a iscrivere nel registro degli indagati Naccari e altre 11 persone. Secondo le ipotesi della Procura "abusando della sua qualità e dei suoi poteri di assessore della Giunta Regionale ed in particolare del potere politico derivante da tale incarico, induceva la dirigenza in servizio presso l'Azienda Ospedaliera Bianchi- Melacrino- Morelli , nelle persone di Santagati Mario ( direttore generale), Mannino Domenico, (direttore sanitario) e Vazzana Paolo (direttore sanitario del presidio) a promettergli e poi a dargli l'indebita utilità consistente nella vittoria della propria coniuge Valeria Falcomatà nel concorso da dirigente di primo livello presso l'unità operativa complessa di Dermatologia". Ipotesi che sostanzialmente accoglie quanto denunciato nell'esposto da Arcidiaco e che Naccari Carlizzi e la moglie, hanno sempre smentito. All'epoca, l'ex assessore aveva anche presentato una controdenuncia in cui stigmatizzava il fatto che Maria Arcidiaco continuasse a svolgere le funzioni di dirigente facente funzioni del reparto di Dermatologia dell'ospedale di Reggio Calabria malgrado la normativa vieti di occupare tali incarichi di supplenza per più di un anno senza concorso.