Reggio, processo "Archi-Astrea"; il dirigente della Full Service: "Mai richieste estorsive, le avrei denunciate"

reggiocalabria aulabunker"Non ho mai ricevuto richieste estorsive, le avrei denunciate". Così Angelo Morace, dirigente della Full Service, l'azienda che si occupa della sorveglianza negli edifici giudiziari di Reggio Calabria ha risposto in aula nell'ambito del procedimento d'appello "Archi-Astrea", celebrato contro le cosca Tegano, che avrebbe acquisito negli anni il controllo della Multiservizi, la società mista del Comune che verrà sciolta proprio per infiltrazioni mafiose. Morace è stato chiamato dall'avvocato Francesco Calabrese come teste a riscontro delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Moio (nipote acquisito dei boss Tegano) che aveva riferito la circostanza secondo cui la cosca Tegano avrebbe riscosso una tangente mensile di qualche migliaio di euro nei confronti della Full Service, che da anni è titolare dell'appalto per la sicurezza delle aule di giustizia.

Rispondendo alle domande dello stesso avvocato Calabrese, nonché del sostituto procuratore generale, Ezio Arcadi, Morace ha ammesso di conoscere Moio, perché presentatogli da un suo collaboratore. Ha inoltre raccontato come l'uomo dei Tegano, prima di iniziare a collaborare (nel settembre 2010, dopo l'esecuzione dell'operazione "Agathos") gli avesse segnalato un soggetto per l'assunzione nella società. Un'assunzione che, a detta del dirigente della Full Service, non sarebbe mai avvenuta.

Morace dunque non ha negato la conoscenza – superficiale e occasionale – con Moio, ma ha escluso categoricamente la circostanza secondo cui gli uomini dei Tegano (o altri soggetti malavitosi) gli abbiano mai fatto richieste estorsive: "Avrei subito denunciato" dirà.

Nel corso dell'esame, a Morace è stato anche mostrato in volto l'imputato detenuto Giorgio Benestare, detto Franco, elemento di spicco del clan Tegano: il testimone ha affermato di non conoscerlo e di non averlo mai conosciuto.