di Claudio Cordova - Per i soggetti per i quali l'Ufficio di Procura ha individuato profili di reato le richieste sono esemplari. Purtuttavia il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria chiederà anche diverse assoluzioni nell'ambito del procedimento "Reggio Sud", condotto contro le famiglie Ficara e Latella. Alla fine, comunque, saranno oltre 270 gli anni di carcere richiesti dal rappresentante della pubblica accusa. A incassare le richieste più dure sono Carmelo Riggio (31 anni), Mariano Benito Foti (30 anni) e Vincenzo Principato (29 anni). Per tutti, le pesanti richieste del pm Musolino sono frutto della somma tra vari capi d'imputazione. Il presunto capo cosca, Giuseppe Ficara, consegnatosi ai Carabinieri dopo alcuni anni di latitanza, incassa una richiesta a 21 anni di reclusione, rispondendo "solo" come promotore dell'associazione mafiosa.
Dure anche le richieste per Stefano Sapone (18 anni), Giovanni Zappalà (16 anni), nonché per Antonino Campolo, Leonardo Bruno, Carmelo Latella, Santo Siclari, Paolo Manti e Alessandro Chizzoniti, per i quali il pm Musolino ha chiesto 13 anni di reclusione a testa. Richiesta "in doppia cifra" anche per Romano Amato: va condannato a 10 anni secondo la Dda di Reggio Calabria.
Più basse, invece, le richieste per Consolato Geria, Carmine Iacopino e Francesco Fontana: 4 anni la richiesta per il primo e 5 anni ciascuno per Iacopino e Fontana. Per Angelo Principato, Demetrio Geria, Luciano Netti e Bruno Pizzi il pm Musolino ha richiesto 3 anni di reclusione ciascuno. Un anno a testa la richiesta per Antonella Piromalli e Rosa Sarrocco. Sei mesi, infine, per Fortunato Cilione.
Dalle richieste "pesanti" mancano tuttavia tre degli imputati principali: il presunto capoclan (opposto al cugino Pino) Giovanni Ficara, nonché il suo braccio destro Costantino Carmelo Billari. Per Giovanni Ficara il pm ha chiesto 9 anni di reclusione, mentre un anno è stato richiesto per Billari: per entrambi il pm Musolino ha chiesto che il Tribunale presieduto da Andrea Esposito riconosca la continuazione con le sentenze "Reale" e "Infinito" che li hanno già puniti duramente. Stesso discorso per Demetrio Praticò, per il quale la richiesta è di un anno, in continuazione con la sentenza emessa nell'ambito del procedimento "Piccolo Carro", sul ritrovamento dell'auto-arsenale nel giorno della visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ma, come detto, il pm Musolino ha richiesto diverse assoluzioni, nove per l'esattezza: Giuseppe Mento, Barbara Quattrone, Carmelo Quattrone, Costantino Suraci, Luigi Musolino, Santo Siclari, Raffaele Lopez, Annamaria Latella, Augusto Giuffrida.
Tra le richieste assolutorie spiccano dunque quelle per Giuseppe Mento, vicecapo territoriale della Bartolini, e per Annamaria Latella, legata sentimentalmente al boss Giovanni Ficara.
L'indagine "Reggio Sud" culminerà con l'operazione congiunta di Guardia di Finanza e Carabinieri dell'11 marzo 2011. Fiamme Gialle e militari dell'Arma svelarono le infiltrazioni delle cosche in importanti ditte come la Bartolini, ma anche negli appalti dell'Expo 2015 di Milano, attraverso prestiti alle società impegnate nella monumentale opera. Secondo le indagini svolte dalla Dda, la cosca avrebbe controllato le attività della ditta "Bartolini", operante nel settore della consegna al dettaglio di pacchi e corrispondenza, e delle ditte impegnate nelle attività dell'Expo 2015 di Milano: da qui il coinvolgimento del responsabile territoriale, Carmine Iacopino, e del vicecapo Mento, per il quale tuttavia il pm ha chiesto l'assoluzione.
Contestualmente alle richieste di condanna, il pm Musolino ha chiesto il sequestro e la confisca di numerosi beni mobili e immobili, tutti riconducibili alle cosche di "Reggio Sud".
I Ficara-Latella sarebbero riusciti a pilotare alcuni appalti pubblici, facendoli assegnare a società riconducibili agli affiliati. In tale contesto emerse la vicenda riguardante la Motorizzazione Civile di Reggio Calabria: per un appalto relativo alla manutenzione e alla cura dei locali, sarebbero state invitate cinque ditte, di cui quattro riconducibili ai Ficara e una palesemente non interessata, e nemmeno competente, alla realizzazione dei lavori.
La consorteria Ficara, in particolare, è stata coinvolta, in un modo o nell'altro, dalle indagini "Reale", "Crimine" e "Piccolo Carro". Nella prima, infatti, sarebbero emersi contatti con la cosca Pelle di Bovalino e la partecipazione, come concorrente esterno, del commercialista Giovanni Zumbo, ritenuto dagli inquirenti una talpa delle cosche. Anche le risultanze dell'indagine "Crimine" interesseranno le due famiglie, con l'elezione di Nino Latella alla carica di capo società della Provincia della 'ndrangheta. L'indagine "Piccolo Carro", che ha invece fatto luce sul ritrovamento di una macchina piena di armi ed esplosivi nel giorno della visita a Reggio Calabria del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, farà invece emergere i contrasti, in seno alla cosca, tra i cugini Giovanni Ficara, arrestato nell'operazione "Reale" e Pino Ficara: il primo, del gruppo "Coca Cola", il secondo, detto il "gioielliere".