di Claudio Cordova - Il Gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio il broker della cocaina Roberto Pannunzi, catturato in Colombia nel luglio 2013. Il Gup ha quindi accolto la richiesta del procuratore aggiunto Nicola Gratteri, che segue in prima persona il caso. Conosciuto come il "Pablo Escobar italiano", Pannunzi è considerato uno dei più grandi trafficanti di droga del mondo, capace di dialogare da pari a pari con i cartelli sudamericani della cocaina.
Originario di Siderno, nel 2010 Pannunzi riusci' ad evadere da una clinica romana dove si trovava agli arresti domiciliari per problemi di salute. La fuga ha di fatto ricalcato una precedente evasione riuscita a Pannunzi nel 1999. Anche in quel caso il boss approfitto' della concessione degli arresti domiciliari in una clinica romana per fuggire. Era stato arrestato nel 1994 proprio in Colombia, a Medellin. Agli agenti che lo stavano ammanettando offri' un milione di dollari in contanti in cambio della liberta'. Al momento dell'arresto il boss ha esibito un documento di identita' venezuelano che riportava il nome di Silvano Martino. Su di lui c'e' un ordine di cattura dell'Interpol e della magistratura italiana. Legato ai Macri' di Siderno, Pannunzi e' ritenuto uno degli esponenti di rilievo della 'ndrangheta, che tiene i contatti con Cosa Nostra e Cosa Nostra americana e che contratta alla pari con il cartello di Medellin, tanto che avrebbe fatto sposare suo figlio con un esponente del cartello per rafforzarne i legami. Storici i suoi rapporti con la famiglia Marando.
Prima della discussione al cospetto del Gup di Reggio Calabria, Pannunzi, collegato in videoconferenza dal 41 bis dove si trova detenuto, ha reso dichiarazioni spontanee. E il broker del narcotraffico si è scagliato proprio contro la decisione di porlo in regime di carcere duro, pur rimarcando come sia sempre stato trattato con grande correttezza. Pannunzi ha inoltre contestato le procedure di espulsione adottate dalla Colombia, che lo hanno rispedito in Italia in temi record, senza che si aspettassero i tempi lunghi dell'estradizione. Dichiarazioni, quelle di Pannunzi, che sono state rintuzzate colpo su colpo dal procuratore Gratteri.
Poi la scelta del rito ordinario, la discussione e la camera di consiglio, al termine della quale Pannunzi è stato rinviato a giudizio al cospetto del Tribunale di Locri per il prossimo 27 marzo. Lì affronterà il processo per l'operazione "Igres", dalla quale sfugge da diversi anni.