E' stato Don Francesco Rutigliano, giovane sacerdote della locride, a celebrare, a Roma, presso l'antica Chiesa di S. Maria Maddalena, la Santa Messa del precetto di Natale, fortemente voluta ed organizzata dal Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri. Alla celebrazione, avvenuta il 18 dicembre, hanno preso parti autorità e alcuni parlamentari.
Il desiderio di voler vivere un momento di ringraziamento per i doni ricevuti quest'anno, ha ricordato il Vice Presidente, è un atto dovuto e vivere questo momento di spiritualità, ci sia utile allo stimolo verso la rettitudine. E' stato molto forte il monitor lanciato durante l'omelia dal celebrante don Francesco, il quale non poteva che sollecitare quanti sono impegnati nella cosa pubblica a non ignorare quello che accade e che ci circonda. Con veemenza e determinazione, ammonisce il giovane sacerdote: " L'idea di Celebrare il precetto di Natale, oltre a dire che la nostra tradizione è parte integrante della civiltà che ha generato la coscienza del nostro Popolo nelle radici cristiane e su cui la nostra Nazione fonda la propria storia identitaria, indica di più: che abbiamo una fede, la quale ci impegna responsabilmente, a rendere le nostre idee coerenti rispetto alla testimonianza. Questo significa essere cristiani! Per un credente, chi parla è credibile non più per ciò che dice, ma solo per ciò che è, dicendo sempre ciò che fa, a conferma di ciò che dice! Ci sono in giro troppi mercenari di parole vuote. Che vendono da "pessimi commercianti del nulla" solo inganno, rubando ogni speranza di cambiamento! Invitiamo, da buoni cristiani, questi mercenari del nulla, a festeggiare il Natale, imparando che è il grande mistero della vita si scopre vivendo, sino a celebrare la vera icona mirabile della verità che non si contraddice mai nella realtà! L'augurio che pongo a ciascuno e di accostarsi dinanzi al presepe non come amante dell'arte ma amanti della vita, da cui imparare che la vera grandezza è nel rendere le piccole cose le più belle, perché diventino grandi solo se utili! – ha poi concluso don Francesco - "desidero lasciare a voi, uomini politici, un grande sogno. Spero che ne possiate fare un "segno" di augurio del Santo Natale. Il sogno è l'immagine dell'aquilone, il quale vola sempre più in alto solo se il filo che lo lega alle nostre mani è lungo. Ancora tanti Aquiloni non spiccano il volo e molti di questi, risultano bloccati tra le nostre mani sporche da cinismo, egoismo crudele, ruberie, indifferenza verso lacrime che bagnano volti rigati da sofferenza, o cecità verso le tante case che sulla propria tavola non hanno più pane da mettere ma si ritrovano pietre di dolore! Lasciamoci accarezzare dalla tenerezza del Santo Bambino, sino a concederci il bene che, ciascuno può e deve fare e che l'altro si attende con grande speranza. Sono certo, qualora l'atteggiamento dei politici verso la politica diventi esperienza etica di sommo "BENE", quel filo che lega l'aquilone ( intesa come la vita di quanti vivono in questo Paese) diventerà molto lungo, sino a farlo volare più alto possibile e restituire serenità a tutti gli Italiani"...
Al termine della celebrazione seguiva il tradizionale scambio di augurio presso la sede della fondazione Italia Protagonista.