di Claudio Cordova - "So che Giuseppe Iaria era molto legato a Giovanni Tripodi detto "il Vecchio". So che spesso mangiavano frittole insieme. Giovanni Tripodi mi ebbe a dire che Giuseppe Iaria aveva amicizie influenti a Roma e che era un grande massone". Eccole le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, Giuseppe Ambrogio: sono questi alcuni dei nuovi elementi a carico dell'ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria (nella foto), già indagato a piede libero nell'ambito dell'indagine "Ada", ma finito agli arresti domiciliari oggi con l'operazione "Sipario", condotta dall'Arma dei Carabinieri.
Gran parte dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Cinzia Barillà si occupa proprio delle dinamiche politico-mafiose nel Comune di Melito. Gli arresti domiciliari per Iaria, infatti, erano stati preceduti, alcuni mesi fa, dalle manette ai polsi dell'allora sindaco Gesualdo Costantino: "Il monopolio esercitato sia da Iaria Giuseppe che da Costantino Gesualdo, padroni incontrastati della scena politica della città di Melito di Porto Salvo, è da attribuire al legame che essi hanno stretto con la cosca Iamonte che ne ha sostenuto l'elezione nel corso delle varie competizioni elettorali" scrive il Gip.
I Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Antonio De Bernardo, sono andati a spulciare carte e intercettazioni risalenti a otto anni fa, tentando di dimostrare lo stretto rapporto tra l'ex sindaco Iaria e la potente famiglia Iamonte: "Il sostegno elettorale che la cosca Iamonte ha garantito a Iaria Giuseppe risale già dall'anno 2005 in coincidenza della competizione elettorale regionale, nella quale il
primo cittadino in carica risulta candidato nella lista dei Democratici di Sinistra raccogliendo complessivi 3692 voti di preferenza, rivelatisi comunque insufficienti a garantirne l'elezione. Al di là del mancato successo, l'elettorato melitese ha comunque risposto in massa alla chiamata alle urne disposta dalla cosca Iamonte, elargendo in favore di Iaria Giuseppe ben 1.584 preferenze. Pur se in minor misura, anche l'elettorato distribuito nel comune di Montebello Jonico (RC), dove la cosca Iamonte è egemone, perora la causa di Iaria esprimendo in suo favore 378 preferenze". Un sostegno che si sarebbe confermato anche alle elezioni comunali del 2007, allorquando Iaria sbaraglierà tutti, ottenendo il 77% dei voti.
L'ex primo cittadino di Melito sarà anche capace di schivare qualche mina vagante. Mentre sono in corso di svolgimento le operazioni della Commissione d'accesso chiamata a verificare le infiltrazioni delle cosche nel Comune, Iaria sarebbe pienamente consapevole che le sorti della sua giunta, con riferimento all'eventuale emissione di un decreto di scioglimento, sono correlate agli esiti delle consultazioni per l'elezione dei membri del parlamento: "Intanto speriamo che vinca il centrosinistra ...se vince il centrodestra ci sciolgono..." afferma in una conversazione intercettata.
Il Comune non sarà sciolto e l'Amministrazione Iaria andrà avanti. Dal racconto del collaboratore Ambrogio: "So che nel corso della campagna elettorale per le comunali del 2007 si è tenuta una "mangiata" a Lacco ma non ricordo il posto preciso, alla quale hanno partecipato Tripodi Giovanni "il vecchio", Quinto Rosaci, Guerriera Giuseppe, Antonino Tripodi "barrista", Iaria Giuseppe l'ex Sindaco e Gesualdo Costantino; di questo io e Fosso Francesco sapevamo anche prima del pranzo, poi abbiamo incontrato Tripodi Giovanni "il vecchio", Quinto Rosaci, Guerriera Giuseppe, Antonino Tripodi ''barrista"; poi siamo andati con Fosso ed il "vecchio" al Jolly bar a Melito e quest'ultimo ci ha raccontato del pranzo; Tripodi ci disse che in questa occasione erano stati garantiti ai due uomini politici i voti del Lacco, in particolare a Iaria, dal momento che si sapeva che la candidatura di Costantino serviva per "fare numero"; si garantivano i voti del Lacco grazie anche alla presenza di Rosaci Quinto che era il "responsabile" in termini 'ndranghetistici della c.da Lacco; non so se era presente qualche Iamonte, non mi è stato detto. In precedenza anche Antonio Meduri mi aveva chiesto di votare per Iaria, quando non ero ancora affiliato, credo si trattasse delle elezioni regionali; lui non voleva creare dissapori con un suo cugino Giuseppe Meduri - che pure cercava voti non so se per se stesso o per altri - quindi non manifestava apertamente questo suo appoggio a Iaria, ma lo appoggiava perché glielo diceva la famiglia Iamonte. In effetti io feci questa cortesia a Meduri ed ho votato Iaria".
Sia dietro Iaria, sia dietro Gesualdo Costantino, ci sarebbero stati comunque i membri della potente famiglia Iamonte, che a Melito Porto Salvo condiziona ogni cosa. Esplicative, in tal senso, le dichiarazioni del giovane Ambrogio: "Nella riunione a Prunella di ari ho parlato la volta scorsa, quella in cui Remingo Iamonte ci disse di appoggiare la candidatura di Costantino Gesaldo, ricordo che Remingo ebbe a fare soltanto una battuta sul candidato Sindaco Iaria, dicendo che ovviamente era a tutti notorio che Costantino si presentava alle elezioni a sostegno di Iaria, riferimento dal quale ho capito che l'organizzazione appoggiava anche la candidatura a Sindaco di Iaria, cosa peraltro risaputa".
A Melito, dunque, tutti avrebbero saputo del sostegno della 'ndrangheta ai due sindaci, da sempre uniti nella carriera politica svolta nei ranghi del centrosinistra: "Il motivo per cui l'organizzazione appoggiava questi due uomini politici, per come mi è stato spiegato, era dovuto al fatto che, per qualunque bisogno, loro sarebbero poi stati a disposizione; in pratica lo stesso discorso che ci fu fatto per Costantino alla riunione di Prunella valeva anche per Iaria, soltanto che per il primo Remingo Iamonte spese più parole, mentre per il secondo si limitò ad una battuta; d'altra parte, se Iaria non fosse stato gradito all'organizzazione questa non avrebbe permesso a Costantino di candidarsi nella sua lista, ma lo avrebbe fatto presentare in appoggio ad un altro Sindaco" afferma Ambrogio.
Strategie politiche che si definiscono seduti non a tavolino, ma nelle classiche "mangiate" o "frittolate". L'esito, però, sarebbe sempre quello stabilito dalla cosca Iamonte, così come è scritto nelle carte d'indagine: "Le ultime due campagne elettorali comunali sono risultate fortemente condizionate dalla cosca Iamonte: in piena campagna elettorale 2007".
Una volta ottenuti i voti, però, le cosche avrebbero presentato il conto. E il meccanismo viene ancora una volta esplicato nell'ordinanza firmata dal Gip Cinzia Barillà: "La moneta di scambio utilizzata da Iaria, nel corso dei suoi mandati elettorali, è costituita dal pieno asservimento dell'istituzione comunale agli interessi della cosca e nella fattispecie delle imprese di costruzione e movimento terra riconducibili ad essa e gestiti da Tripodi Giovanni cI. 1971".
Iaria, in concorso con altri soggetti, tra cui il direttore tecnico del Comune, con cui mantiene uno stretto rapporto fiduciario, avrebbe attestato falsamente, nella determinazione nr. 61 del 30.04.2008, che l'importo di € 8.800,00 IVA compresa, spesa ritenuta necessaria per l'intervento straordinario di manutenzione "verde Villa Comunale", fosse stato individuato sulla base di relazione redatta dal Settore Tecnico, mentre tale importo era stato in realtà espressamente e specificatamente indicato a Maisano da Tripodi prima ancora della determinazione: "Ora gli ho detto io di mettere sette, ottomila euro come primo intervento"). Falsamente sarebbe stata attestata anche la determinazione nr. 62 del 29.04.2008, con l'importo di € 2.750,00 IVA compresa, spesa ritenuta necessaria per la manutenzione ordinaria "verde Villa Comunale" per la durata di un mese. Un dato, anche qui, espressamente e specificatamente indicato a Maisano da Tripodi: "E poi quegli altri due... duemilacinquecento euro tutto il mese...". Così, intenzionalmente, sarebbe stato creato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Tripodi ed al cartello di imprenditori dal medesimo rappresentato e riconducibile alla cosca Iamonte". A realizzare tale assetto di cose contribuirebbe in via determinante il tecnico Maisano, posto che si fa letteralmente dettare "i prezzi della trattativa" non certo da un prezziario, da un'indagine locale anche di tipo informale e ristretto, da un indicatore nazionale sul tipo di costo del servizio, ma da colui a cui pensa già di affidare il servizio. "In sostanza il prezzo, al di fuori di ogni regola di ordinaria buona amministrazione per l'Ente, non lo fa chi "acquista" il servizio
per conto dell'Amministrazione, cercando ovviamente il maggior risparmio, ma lo detta chi "vende"" è scritto nelle carte d'indagine.
Lo stesso Iaria, stando agli accertamenti raccolti dal pm De Bernardo, prima ancora che venga bandita la gara per la manutenzione del verde pubblico, vuol favorire una delle società riconducibili alla cosca Iamonte.
E il "sistema" degli appalti è spiegato con chiarezza anche dal giovane collaboratore Giuseppe Ambrogio: "... in pratica Fontana Filippo prende, insieme ai fratelli Iamonte, una parte dei proventi dei lavori procurati - grazie al ''peso'' mafioso ed ai rapporti con i politici di volta in volta vicini all'organizzazione, come Iaria e Costantino – a Gullì o ad altri imprenditori affiliati; preciso che non so se il Fontana ha mai avuto rapporti diretti con Iaria. ma so che anche quando era Sindaco Iaria il meccanismo era lo stesso; degli appalti si occupava, per incarico ricevuto dall'organizzazione, Tripodi Giovanni "il vecchio". che li faceva assegnare e li distribuiva tra gli imprenditori compiacenti, questo sia quando è stato Sindaco Costantino, sia prima quando Sindaco era Iaria; loro "con una mano davano e con l'altra prendevano" nel senso che davano i voti a Iaria e poi ottenevano gli appalti".
Un metodo, quello di Iaria e Costantino, che gli inquirenti estendono infine e un altro imprenditore, Rosaro Azzarà (non indagato): "La gestione clientelare dell'ente a guida Iaria si sarebbe manifestata nel favoritismi di cui avrebbero beneficiato liberi professionisti ed imprenditori a scapito della collettività che si vede costretta a sanare un consistente buco di bilancio: tra questi spicca il nome di Azzarà Rosario, noto imprenditore locale cui è riconducibile la ASED srl, società che è risultata aggiudicarsi l'appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani di alcuni comuni del basso ionio reggino tra cui quello di Melito Porto Salvo. E' evidente che l'ASED costituisca una riserva di voti alla quale il candidato Costantino non può e non vuole rinunciare e gli incontri che si succedono con Azzarà Rosario, tesi a mettere a punto il programma elettorale, sono indicativi della comunanza di interessi tra i due".