Usura, estorsioni e denunce: altri 8 arresti contro i Gallico di Palmi

palmi altodi Claudio Cordova - Quando alcuni anni fa la Dda di Reggio Calabria è "entrata" nuovamente su Palmi, con indagini, arresti e sequestri, si è ritrovata davanti un territorio chiuso, anzi, blindato dal controllo opprimente delle cosche. Un territorio in cui nessuno denunciava, in cui nessuno osava soltanto pronunciare, a bassa voce, la parola 'ndrangheta. Oggi il controllo del territorio esiste ancora, ma c'è una differenza sostanziale: i commercianti e gli imprenditori hanno iniziato a denunciare le angherie delle famiglie mafiose. Lo aveva testimoniato l'indagine di alcune settimane fa, con cui i pm antimafia di Reggio Calabria avevano spezzato i meccanismi con cui la cosca Gallico teneva in piedi il clan e sosteneva i boss detenuti.

L'operazione di oggi – che riguarda otto persone appartenenti alla storica famiglia di Gallico – è la prosecuzione di quegli arresti. A essere colpiti dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere Rocco Bartuccio (classe 1986), Rocco Brunetta (classe 1977), Antonino Cosentino (detto "Poldino", classe 1961), Emanuele Cosentino (classe 1986), Antonino Gallico (classe 1987, già detenuto), Domenico Nasso (classe 1983, già detenuto), Ivan Nasso (classe 1984, già detenuto), Loredana Rao (classe 1963).

Dall'indagine dei sostiututi procuratori Giovanni Musarò e Adriana Sciglio arriva l'ennesima conferma: estorsioni e usura rappresentano una delle principali fonti di sostentamento per le famiglie della 'ndrangheta, anche perché permettono alla famiglia di competenza di mantenere il controllo sul territorio di appartenenza e di azione.

I fatti emersi nell'ambito del primo troncone del procedimento "Cosa Mia", hanno dimostrato che dopo la fine della faida, la cosca Gallico si era dedicata quasi esclusivamente alle estorsioni ai danni degli imprenditori che operavano nella zona di competenza. Proprio in tal senso emergono le figure di Domenico Nasso che, pur essendo detenuto, grazie all'appoggio dei congiunti che si recavano ai colloqui e ricevevano dallo stesso disposizioni da eseguire direttamente o da comunicare ad altri sodali fuori dal carcere, continuava a mantenere attivo il collaudato e tipico sistema. In particolare il canale esterno era costituito dalla madre, Loredana Rao, ma sopratutto dal fratello, Ivan Nasso, entrambi disponibili ad eseguire le disposizioni impartite dal congiunto detenuto.

Insomma, nonostante gli arresti e le condanne, la cosca deve andare avanti e deve continuare a incassare soldi, a discapito di ogni forma di attività economica. A Palmi, la 'ndrangheta è un'ulteriore tassa. E per mantenere tale modus operandi, ogni mezzo e ogni persona è utile. In tal senso si inquadra il ruolo di Loredana Rao, madre di Nasso: "Sebbene la stessa non sia concorrente nei reati di estorsione o negli altri illeciti da cui derivano i proventi del gruppo è evidente che proprio tale ruolo, implicante un dinamico coinvolgimento nei fatti e nelle vicende della cosca, di cui le estorsioni costituiscono reati fine esclude la finalità dell'aiuto prestato ad altri, volgendo, piuttosto, il suo interesse alla garanzia del mantenimento dei fondi per la vita dell'associazione" è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Olga Tarzia.

Proprio nel corso di un colloquio intercettato il 7 dicembre 2011 nel carcere di Palmi si avrà contezza che Nasso cercherà di far capire ai congiunti che aveva molti crediti pendenti (ovviamente di natura estorsiva): "Poi, tante cose (n.d.r.: contestualmente avvicina la mano sinistra verso il fratello e strofina le dita per fargli capire che si riferisce ai soldi), tante cose, tutte in giro ce le ho...tante cose (n.d.r.: mentre parla allarga le braccia e con una mano tocca diverse lattine di thè appoggiate sul bancone che lo divide dai visitatori, probabilmente per fargli capire che sono molte le persone che devono corrispondergli denaro)". Insomma, Nasso non voleva perdere i crediti accumulati per conto dei Gallico.

L'elenco delle persone da estorcere sarebbe stato annotato su un calendario, come faranno riferimento gli indagati. La Polizia del Commissariato di Palmi lo ritroverà all'interno degli slip di una minorenne.

Ma come avvenuto alcune settimane fa, ancora una volta, il dato più significativo è la denuncia di alcuni commercianti, che avrebbero subito, a vario titolo, le richieste della cosca. I Gallico, in particolare, avrebbero preteso assunzioni. A riferirlo sarà un dipendente dei un supermercato di Palmi e le sue dichiarazioni si incastreranno perfettamente con le intercettazioni telefoniche captate dagli investigatori.

Ma le estorsioni sarebbero avvenute anche con i metodi classici delle dazioni di denaro. E anche in questo caso vi sarebbero le dichiarazioni dei commercianti, che prima negheranno ogni circostanza, ma poi si decideranno a collaborare con gli inquirenti: "A proposito del mio rapporto di conoscenza con Nasso Domenico intendo precisare che la volta precedente non vi ho raccontato tutta la verità perché ho avuto paura. Vi racconto adesso come sono andati realmente i fatti. Premetto che il punto vendita di Palmi è stato aperto nel mese di agosto dell''anno 2011. I primi giorni del mese di ottobre, presso il medesimo punto vendita si è presentato Nasso Domenico il quale ha consegnato all'allora Direttore, [omissis], una busta contenente un curriculum e dei documenti per l'assunzione presso lo stesso esercizio commerciale. [...]A tal punto Nasso ha replicato che aveva necessità di lavorare a tempo pieno e che non avrebbe potuto frequentare il corso di formazione per motivi che non precisava, dopodiché se ne andava. Nei giorni successivi si recava più volte al punto vendita per cercarmi e riusciva a incontrarmi a distanza di circa una settimana – dieci giorni. Nel corso di tale incontro non presentava alcun curriculum e affermava che nel caso in cui l'avessi fatto assumere lui non avrebbe potuto comunque svolgere l'attività lavorativa giacché aveva bisogno di spostarsi per badare alla famiglia. In tale circostanza lo congedavo dicendogli che avrei rappresentato le sue necessità in azienda e gli avrei fatto sapere in seguito. Intorno alla fine del mese di novembre si è presentato nuovamente nel punto vendita di Palmi e mi ha detto che, per Natale, aveva bisogno di un regalo di 2.500,00 euro per soddisfare le esigenze dei suoi familiari carcerati".

Richieste continue, che vessano l'economia di Palmi per sostenere le esigenze della 'ndrangheta. Richieste poste in essere dagli uomini del clan, capaci sempre di trovare ulteriori sostituti, allorquando le forze dell'ordine interverranno con gli arresti. Una vera e propria "panchina lunga" della cosca Gallico che la Dda spera di aver ulteriormente disarticolato.