di Claudio Cordova - In un mese avrebbero importato in Italia oltre 1000 chili di hashish, muovendo verso la Francia circa un milione e mezzo di euro. La Squadra Mobile di Reggio Calabria ha scoperto e sgominato un'articolata organizzazione criminale con base nella Piana di Gioia Tauro, ma con collegamenti con la famiglia mafiosa del quartiere Brancaccio di Palermo e con il territorio francese, nello specifico quello di Marsiglia. Ventitrè ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Reggio Calabria, con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti. Hashish (soprattutto), ma anche cocaina tra lo stupefacente trafficato almeno a partire dal 2010: il prezzo della droga variava in base alla qualità e alla quantità acquistata, in media il prezzo dell'hashish oscillava tra i 1400 e i 1700 euro, mentre la cocaina andava dai 45mila ai 50mila euro al chilogrammo.
Tra le persone colpite dall'ordinanza, uomini della Piana di Gioia Tauro, ma anche cittadini francesi di nazionalità maghrebina. Ventuno arresti eseguiti con successo: due dei cinque soggetti colpiti dal mandato di arresto ai fini estradizionali sono invece fuggiti alla cattura. Nel dettaglio,a essere colpiti dall'ordinanza del Gip sono i due Girolamo Magnoli (classe 1979 e 1980), Filippo Iannì (classe 1956), Salvatore Ierace (classe 1989), Ippolito Raso (classe 1988), Michelangelo Raso (classe 1977), Antonio Sorrenti (classe 1986), Antonino Lofaro (classe 1980), Giovanni Sacco (classe 1962), Salvatore Inzerra (classe 1967), Antonino Sala (classe 1984), Matteo Testa (classe 1984), Pietro D'Agostino (classe 1949), Angela D'Alia (classe 1962), Jerome Patrick Samarovski (classe 1988), Samir Saguia (classe 1976), Sodok Ghalloussi (classe 1988), Michele Giovinazzo (classe 1976), Arcangelo Furfaro (classe 1969), Mirko Lucchetta (classe 1988) e Carmelo Guerrisi (classe 1990).
La droga, secondo quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stata trasportata a bordo di auto di grossa cilindrata: un viaggio rischioso, ma tutelato dalla presenza di "staffette" che avrebbero segnalato eventuali problemi. Eppure, nel corso degli anni, gli agenti della Polizia di Stato riusciranno a intervenire in due occasioni: l'11 maggio 2011 con un sequestro da 75 chili di hashish sulla A3 e il 28 maggio dello stesso anno con sette arresti, il sequestro di due chili di cocaina e di 27mila euro in contanti a Ficarazzi, in provincia di Palermo.
Il tratto caratteristico dell'indagine, infatti, è il collegamento tra la Piana di Gioia Tauro, Marsiglia e Palermo. Tutte cointeressenze già sancite da anni di indagini: acclarati, infatti, i rapporti assai stretti tra le famiglie della Piana di Gioia Tauro e gli uomini del quartiere Brancaccio e di questi ultimi con i marsigliesi. Rimarrà solo sullo sfondo l'aspetto mafioso della vicenda: secondo gli inquirenti, la 'ndrangheta avrebbe "solo" messo il proprio "ombrello protettivo" sul capo di soggetti non pienamente inseriti nell'associazione mafiosa, ma comunque a essa collegati.
Un'indagine che si poggia soprattutto sulle intercettazioni telefoniche in cui la droga veniva indicata con i nomi di griffe dell'alta moda: da "D&G" a "dolcè", fino a "Dolce e Gabbana", "gold" e "trucco". Al vertice dell'organizzazione è risultato essere Girolamo Magnoli, classe 1979, il quale, oltre a promuovere, dirigere e organizzare l'associazione avrebbe procurato in Francia la droga da importare in Italia: "Un'organizzazione mediana tra lo spaccio quotidiano e il grande traffico" l'hanno definita il procuratore capo Federico Cafiero de Raho e l'aggiunto Michele Prestipino. Proprio a Magnoli, nel corso dell'operazione è stata sequestrata a Gioia Tauro, in contrada Sovereto, una villa molto grande con piscina e ogni comfort. Valore: oltre un milione di euro.