Indagine "Metameria", Davi sulle intercettazioni: "Barreca attribuì ai Malacrino attentato del genero nel 2018"

Peppi Barreca temeva che le forze dell'Ordine lo potessero accusare di aver ordito un attentato incendiario di cui fu vittima il fidanzato della figlia del Maresciallo Salvatore Piazza di Pellaro avvenuto nel 2018. Secondo quanto dice Barreca l'auto dell'uomo fu incendiata e non era chiaro chi fosse stato il mandante. È quanto emerge da un brano tratto dalle intercettazioni della indagine "Metameria" e pubblicato da Klaus Davi su Facebook.

Barreca dialogando con un tale Palumbo Filippo a sua volta arrestato nella operazione commenta il fatto avvenuto con frasi inequivocabili: "Ho la coscienza a posto non sono stato io" poi l'affondo rivolto ai Malacrinò: "Si sa come vanno le cose", "chi c'è là sono partiti da lì? Sono partiti da lì e voi non ne sapete niente" chiede Filippo Palumbo.

"Un chiaro riferimento ai veri mandanti dell'incendio dell'auto e al fatto che la 'Ndrina Barreca non avesse il controllo totale del territorio. L'ennesima prova - secondo Davi - che se da una parte i Barreca gestivano indubbiamente una parte del business criminale o quello che ne restava dopo i numerosi anni di carcere scontati dal Peppi e dagli altri fratelli, oramai i Malacrinò gestivano il core business delinquenziale da anni e alla luce del sole".

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"I Malacrinò si sentivano talmente sicuri - scrive Davi - che Alessio Malacrinò figlio di Mimmo chiese e ottenne un regolare porto d'armi che poi gli fu revocato dalle autorità stesse viste le condotte e la nomea non proprio rassicuranti".

Per Davi la storia di Pellaro, Lazzaro, Bocale è tutta da scrivere e soprattutto tutta da scrivere è ancora la parte relativa alla famiglia Malacrinò e i loro rapporti con la famiglia Barreca. Una vicenda piena di misteri e di zone molto oscure.

Nel post il massmediologo insiste con l'esistenza di una maxitangente - di cui però in "Metameria" non vi è traccia - che sarebbe stata pagata a Carmine De Stefano da un imprenditore con forti interessi in zona. "Posso sbagliare ma sono convinto che le mie fonti siano buone - dice Davi -. La maxitangente esiste".

"Ancora oggi - aggiunge Klaus Davi - non è stato chiarito come mai un tabacchino di Pellaro sulla 106 sia stato gestito da un luogotenenente di Molinetti. Lo segnaliamo da anni perché abbiamo assistito personalmente al presidio di soggetti arcoti nell'esercizio per tutto il 2018 e lo riteniamo un fatto rilevante. Cosa ci facevano? Con chi si erano alleati? E soprattutto chi ha deciso di mandarli via e perché? Un episodio importante. Uno dei tanti misteri".