"Sin dal 14 gennaio 1999 abbiamo segnalato e documentato anche con eloquente materiale fotografico la pericolosità del tratto di strada SS 106 che attraversa l'abitato di Lazzaro richiamando fortemente l'attenzione sugli allagamenti che si verificano soprattutto durante le piogge di fine stagione, durante le quali il tratto di strada statale si trasforma in una fiumara in piena, con grave pericolo per la circolazione veicolare specialmente di notte. Accade che le acque piovane stradali invadono le abitazioni e le aree private arrecando non pochi disagi agli abitanti, costringendo in qualche caso qualche famiglia a chiedere ospitalità presso parenti". È quanto denuncia Vincenzo Crea, Referente unico dell'A.N.CA.DI.C e Responsabile del Comitato spontaneo "Torrente Oliveto".
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"Ciò è dovuto alla mancata adeguata regimentazione idraulica delle acque provenienti da monte, da cui la situazione disastrosa annunciata. Ad oggi non sono state adottate tutte le cautele necessarie onde evitare ulteriori pericoli di allagamento della zona prospiciente le abitazioni interessate e in qualche caso di pericolo di annegamento. L'ennesimo temporale - prosegue Crea - si è abbattuto su Lazzaro lo scorso 5 settembre intorno alle ore 15,00 della durata di circa 15/20 minuti. Sono bastati pochi minuti e ancora una volta il tratto di SS 106 dalla rotatoria per Motta SG alla rotatoria di Lazzaro Nord si è trasformato in un fiume in piena".
"I tombini e le griglie metalliche trasversali, ove esistono, provvedono allo smaltimento dell'acqua piovana in maniera scarsamente efficace, presumibilmente a causa di ridotte dimensioni delle condotte interrate, come certificato in sede di sopralluogo su richiesta di intervento urgente del Comitato Torrente Oliveto dai funzionari del Provveditorato alle OO.PP di Catanzaro delegati dalla Direzione Generale Strade e Autostrade di Catanzaro. Le cunette di smaltimento della acque poste trasversalmente al bivio stazione (via del Bergamotto) non sono in grado di ricevere e smaltire per la significativa pendenza della strada comunale - continua - le acque che scendono a ventaglio dalla collina che sovrasta l'area urbanizzata, favorite dalla demolizione del canalone in diversi tratti che aveva la funzione di raccogliere le acque della collina e confluirle al vicino torrente Oliveto che da tempo è completamente colmo di terra e erbacce e nonostante le richieste di intervento a far data 9 dicembre 2019 dell'ANCADIC non si è provveduto a ripristinare la sua funzione e le acque piovane dalla collina si riversano sulla via comunale per poi giungere anche sulla SS 106 al bivio stazione Ferroviaria dove ci sono le pericolose fermate dei mezzi pubblici di linea. Qui giungono anche quelle del canalone che convoglia le acque piovane provenienti dal centro del paese al torrente Oliveto e tracimano e allagano la SS 106 e scorrono lato mare verso la sottostante via Stazione ferroviaria e lungo la SS 106 invadendo le aree private".
"Durante la pioggia dello scorso 5 settembre - denuncia Crea - le acque piovane rovesciate dalla SS 106 sulle abitazioni ancora una volta hanno invaso un'area privata raggiungendo una abitazione distante circa 15 metri dalla SS 106 fermandosi a qualche metro dal piano seminterrato di due sovrastanti abitazioni, uno dei quali abitato da persona portatrice di grave disabilità motoria (persona in carrozzina che in caso di pericolo dev'essere portata via a forza). Tale situazione è stata segnalata con nota del 12 luglio 2016 alle istituzioni competenti, ma nulla di concreto è stato fatto e le acque continuano a raggiungere l'area sovrastante i due seminterrati. Cosa succederà agli abitanti dei due seminterrati in caso di eventi a carattere alluvionale? Quali verifiche sono state eseguite?"
"Sollecitiamo la costruzione di un canalone da anni proposto dall'ANCADIC che risolva questa annosa situazione. I fatti dall'ANCADIC rappresentati parlano e raccontano verità. Dicono che gli Enti competenti non tutelano come dovrebbero gli interessi dei cittadini, i quali si vedono costretti a riunirsi in comitati o associazioni o rivolgersi alle associazioni esistenti, tra le quali l'ANCADIC, affinché si provveda a sollecitare gli Enti preposti ad attivarsi per la risoluzione delle criticità che recano non pochi disagi e in alcuni casi potenziali pericoli per la cittadinanza", si legge a conclusione della nota.