Sullo scottante memoriale divulgato ieri da Nino Lo Giudice, con cui l'ex collaboratore di giustizia conferma sostanzialmente quanto aveva affermato nel primo memoriale (cioè di aver reso dichiarazioni perché indotto dalla Dda di Reggio Calabria), interviene l'avvocato Lorenzo Gatto.
L'avvocato in sostanza sottolinea come Antonino Lo Giudice, anche adesso, ritratta le accuse che aveva mosso inizialmente nei suoi confronti (quelle di essersi prestato a fare da messaggero tra i componenti della cosca Lo Giudice) ed auspica una riforma della giustizia che tocchi soprattutto la vita dei collaboratori di giustizia.
"Mi sono recato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, - dichiara Gatto - dove ho provveduto a depositare nelle mani del Procuratore aggiunto Sferlazza, una busta inviatemi dal Antonino Lo Giudice. La busta conteneva il secondo memoriale di cui si è già occupata la stampa ed una scheda, dentro la quale vi era il file video di Lo Giudice ed due file audio, uno dei quali aveva la registrazione di un incontro che ha avuto con soggetti verosimilmente della sua scorta e di uomini degli apparati di sicurezza. Prendo atto, che per la seconda volta, a distanza di pochi mesi, Antonino Lo Giudice ritratta le dichiarazioni accusatorie rese a suo tempo, nei miei confronti e di altri soggetti, che grave nocumento hanno provocato in termini di immagine e all'interno delle famiglie. Resto fiducioso nell'azione della Magistratura per l'accertamento della verità. Mi auguro che Lo Giudice – continua Gatto- decida di costituirsi a breve termine, perchè le cose gravi riferite, se provate, dimostrerebbero come egli sia stato utilizzato divenendo egli stesso una vittima".
L'avvocato poi sottolinea di voler fare un commento su "un aspetto del memoriale in termini processuali": "Ancora una volta, oggi lo afferma Nino Lo Giudice ieri, un uomo al di sopra di ogni sospetto, il compianto dottor Manganelli capo della polizia, i due riferiscono come i collaboratori di giustizia hanno la possibilità di incontrarsi, scambiare informazioni, concordare dichiarazioni. Ieri accadeva nel carcere di Paliano, come disse al processo Olimpia Manganelli, oggi in tutte le località in cui sono detenuti. Solo l'abilità e l'onestà intellettuale ed umana dei Pubblici ministeri e dei colleghi impegnati nelle loro difese - sottolinea Gatto- possono garantire la genuinità delle dichiarazioni, altrimenti si cade in balia di questi signori, che possono essere utilizzati da tutti. E' necessario quindi che all'interno di una riforma della giustizia, si metta mano ad un progetto che cambi le norme sulla vita dei collaboratori, affinchè vengano evitate queste derive. Per quanto mi riguarda, garantista per nascita e formazione culturale, combattente per natura, continuerò a svolgere la mia professione nell'interesse della giustizia, ma soprattutto in difesa di tutti coloro che sono accusati ingiustamente".