"Gotha", il pm Lombardo: "Scopelliti uomo dei De Stefano e gradito ai potentati economici di Reggio Calabria"

scopellitigiuseppe pp okdi Claudio Cordova - "Paolo Romeo è la mente più raffinata che la 'ndrangheta abbia mai avuto". Ad affermarlo è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, che sta proseguendo la propria parte di requisitoria nell'ambito del maxi-processo "Gotha", che vede alla sbarra la componente riservata della 'Ndrangheta di cui Romeo sarebbe al vertice insieme all'avvocato Giorgio De Stefano. "Paolo Romeo c'è sempre stato e comunque" afferma Lombardo. Proprio dalla mente, dalla linea e dal volere di Romeo sarebbero scaturite intere carriere di alcuni tra i politici più importanti dell'ultimo ventennio: l'ex sindaco ed ex governatore Giuseppe Scopelliti, l'ex sottosegretario regionale Alberto Sarra e l'ex senatore Antonio Caridi. "Paolo Romeo compone liste, fissa strategie e programmi, sceglie i candidati e dà la linea a politici via molto rilevanti" sostiene Lombardo.

Il fulcro è Reggio Calabria: "La provincia di Reggio Calabria è la testa della 'Ndrangheta nel mondo". È questa l'alta 'Ndrangheta, perché, dice Lombardo, "quelli della 'Ndrangheta di base poveracci erano e poveracci rimarranno per sempre".

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Attraverso questi politici, la componente riservata della ndrangheta, nella sua direzione strategica, avrebbe perseguito l'obiettivo di quella che, nelle intercettazioni, viene definita "la fame della 'Ndrangheta" attraverso i miliardi del Decreto Reggio e tutto il processo che si innesca con le società miste del Comune di Reggio Calabria. Proprio su questo punto, il rappresentante dell'accusa si è soffermato molto sulle dichiarazioni dell'allora direttore operativo della Fata Morgana, Salvatore Aiello, oggi divenuto collaboratore di giustizia, il quale ha spiegato come la società mista del Comunedi Reggio Calabria fosse "cosa dei De Stefano". Aiello avrebbe anche dato circa 6-7mila euro allo stesso Caridi in una fase pre-elettorale. Caridi definito da Lombardo una persona con una "particolare tendenza a delinquere" e "prototipo del politico chiamato a operare per conto della 'Ndrangheta". Ma tutti avrebbero chiesto assunzioni. Scopelliti compreso. Caridi e Scopelliti avrebbero garantito la presenza dei De Stefano nella Fata Morgana.

Nel discorso esposto da Lombardo davanti al Tribunale presieduto da Silvia Capone, grande spazio è dedicato proprio a Scopelliti, unico tra questi soggetti a non essere imputato: "Romeo non aveva bisogno di incontrare Scopelliti" spiega Lombardo. Avrebbe portato avanti i propri desiderata attraverso Sarra e Caridi, ma anche attraverso i De Stefano, anche per il tramite di Franco Chirico, cognato dei boss defunti Paolo, Giorgio e Giovanni De Stefano, considerato dall'accusa "elemento cerniera" tra vari mondi e membro della componente riservata della ndrangheta. Per Lombardo, Romeo avrebbe "creato le condizioni politiche e criminali affinché le Amministrazioni Provinciali e Comunali rispondessero a logiche pienamente mafiose". E questo grazie al fatto che Scopelliti fosse vicino a De Stefano, ma anche "gradito ai potentati economici della città". Perché, conclude Lombardo, nell'ultimo ventennio nella Fata Morgana come nelle Amministrazioni, "non si sono attuate decisioni politico-amministrative, ma dinamiche di alta 'Ndrangheta".