di Claudio Cordova - Ci risiamo. La dottoressa Valeria Falcomatà, medico dermatologo e sorella dell'attuale sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, in un nuovo procedimento giudiziario per un concorso riguardante l'ospedale di Reggio Calabria.!
Ci risiamo, perché la dottoressa Falcomatà era stata imputata nel procedimento per le presunte irregolarità nel concorso per l'assegnazione del posto di dirigente medico di I livello, presso il reparto di dermatologia degli Ospedali Riuniti, insieme al marito, Demetrio Naccari Carlizzi, già assessore al Bilancio della Regione Calabria. In quel processo penale, nato dalle testimonianze della dottoressa Maria Carmela Arcidiaco, parte lesa del procedimento, Naccari ha rimediato 3 anni in primo grado, mentre per la Falcomatà (per cui la Procura aveva richiesto una condanna a due anni e mezzo) il reato si è prescritto (leggi qui).
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Questa volta, però, è Falcomatà a imbastire un procedimento, di natura civile, per aver perso il concorso a primario del Reparto.
I fatti.
La Regione Calabria con il Decreto n. 56 del 22/06/2016 del Commissario ad Acta per il piano di rientro dall'emergenza sanitaria, autorizza il GOM al reclutamento di una serie di Direttori di Struttura Complessa. I primari, appunto. Una delle caratteristiche richieste per la partecipazione al concorso, è l'anzianità di servizio. Il bando recita: "anzianità di servizio di sette anni, di cui cinque nella disciplina oggetto dell'avviso e specializzazione nella disciplina. L'anzianità di servizio utile per l'accesso deve essere maturata secondo quanto previsto dall'art.10 del D.P.R. n. 484/97". Orbene, l'anzianità di servizio necessaria per partecipare viene maturata dalla dottoressa Falcomatà il 25 novembre 2016. Appena tre giorni prima rispetto alla data della delibera, siglata il 28 novembre 2016.
Nello stesso Decreto del Commissario ad Acta sono presenti altri posti banditi:
• Direttore UOC Neurologia: Burc n. 112 del 9 -11-2016
• Direttore UOC Fisica Sanitaria: N. 86 del 28-10-2016
• Direttore UOC Neonatologia: n. 77 del 27-09-2016
Tutti banditi ben prima (in alcuni casi anche di mesi) rispetto a quello di primario di Dermatologia, rilasciato invece circa sei mesi dopo rispetto al Decreto n.56.
Nonostante la sentenza di primo grado, la Direzione dell'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria non solo non ha proceduto al licenziamento della Falcomatà (che, secondo qualcuno, poteva essere fondato sotto il profilo giuridico), ma non ha nemmeno preso alcun provvedimento disciplinare e/o di sospensione. La sentenza emessa dal Tribunale sostiene come "la condotta di Naccari in concorso con la moglie, una volta esclusane la valenza induttiva, abbia comunque influenzato gli altri, anche loro pubblici ufficiali, a porre in essere comportamenti in violazione dei propri doveri funzionali".
L'attuale procedimento è, per certi aspetti, paradossale atteso che la dottoressa Falcomatà è dirigente medico di I livello e, quindi, titolata a partecipare al nuovo concorso (questa volta di primario), in quanto vincitrice proprio di quel concorso bandito dall'Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria nel 2009, oggetto del procedimento penale in cui il coniuge Naccari Carlizzi è stato condannato e la sua posizione si è prescritta.
Nonostante la prescrizione nella sentenza di primo grado si legge: "Con estrema facilità la dott.ssa Falcomatà ammette un fatto di indubbia gravità e cioè di aver incontrato riservatamente il commissario d'esame Valenti nel pieno della procedura concorsuale per parlare della procedura medesima, se a questo dato si aggiunge che il nome di Valenti è stato caldeggiato dal mentore della dott.ssa Falcomatà, il dott. Chimenti, lo scenario si prospetta a dir poco inquietante" e poco poco oltre, prosegue: "I fatti narrati dalla dott.ssa Falcomatà, in altri termini, sono di inaudita gravità, addirittura nel prosieguo della conversazione la donna giunge al punto di spiegare il perché della "gentile concessione" del marito, il quale "non voleva fare la parte di quello che voleva costruire una cosa", cioè una commissione compiacente (leggi qui).
Insomma, forse, al nuovo concorso Falcomatà non avrebbe potuto nemmeno partecipare, se l'Azienda Ospedaliera avesse deciso di usare la mano pesante su di lei. Tuttavia, Falcomatà partecipa, ma perde.
Infatti, a essere designata è un'altra professionista, che avrebbe maggiori titoli, in primis di anzianità di servizio. Alla data di scadenza dell'Avviso pubblico (20 gennaio 2017), la dottoressa Falcomatà avrebbe maturato, al netto dell'anzianità utile ai fini dell'ammissione, un'anzianità di servizio di appena qualche giorno. Di contro, la dott.ssa vincitrice del concorso aveva già maturato un'anzianità di servizio nella disciplina decorrente dal 16 ottobre 2001; decurtati i sette anni utili solo ai fini dell'ammissione, aveva maturato un'anzianità valutabile a decorrere dal 17 ottobre 2008.
Il primario designato dalla Commissione ha, inoltre, un curriculum nonché una esperienza professionale di elevatissimo spessore.
Tuttavia, la Falcomatà ha impugnato la nomina del nuovo primario perché a suo dire la procedura non è stata regolare e proverà a sostenere tale tesi nel procedimento dalla stessa instaurato, davanti al giudice civile, finalizzato a dimostrare (paradossalmente) che era lei la più idonea a vincere un concorso al quale (forse) non poteva nemmeno partecipare.