La Uil-FPL Reggio, attraverso il proprio segretario territoriale Nicola Simone, scrive al rocuratore della Repubblica di Reggio, al Comandante provinciale della Guardia di Finanza, alla sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Calabria e per conoscenza ai ministri di Interni e Salute e al prefetto di Reggio sul Suem 118.
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Di seguito il documento:
"Scrivente O.S., viene informata dai propri dirigenti sindacali del 118 che lunedì 14.12.2020 si è dovuta registrare l'ennesima disfunzione nella gestione del sistema di emergenza medica territoriale che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime.
Alle ore 19,00 circa la Centrale Operativa di Reggio Calabria del SUEM 118 allerta il medico in turno dr. L. D., presso la PET di Locri per un trasferimento di un paziente intubato dal reparto SAR a Reggio Calabria senza dare altre delucidazioni.
Alla risposta del personale in merito alla mancata disponibilità di ventilatore sull'ambulanza principale (lima 1) viene chiesto al medico di salire su un secondo mezzo, lima 3, della ditta Italy Emergenza, dotata di ventilatore. fin qui nulla di eccezionale dato che questo tipo di trasferimento rientra nei compiti specifici del SUEM 118, se non fosse per il fatto che il dr. L. chiede ulteriori delucidazioni alla C.O. e solo allora gli viene detto che il paziente era positivo al COVID oltre che in respiro non autonomo. Questa condizione ovviamente suscita la giustificata perplessità del medico, questi decide di recarsi al SAR per confrontarsi con il medico che aveva richiesto il trasferimento e far presente che per il trasporto di tale paziente sarebbe stata necessaria una speciale barella di contenimento senza la quale l'equipaggio avrebbe corso gravissimi rischi pur disponendo dei dpi.
Infatti il paziente che non respira autonomamente deve essere necessariamente assistito da un ventilatore automatico collegato ad un circuito di respirazione che emette l'aria espirata nell'ambiente circostante, non essendo un circuito chiuso, il personale sanitario che assiste il paziente sarebbe stato pertanto esposto ad una atmosfera satura di particelle infette per un tempo improponibile con la quasi certezza assoluta di contrarre il covid. A questo punto viene fuori che le barelle di contenimento in dotazione in numero di tre non sembrano utilizzabili per motivi ancora non chiari e l'unica che in atto viene utilizzata si trova su un'ambulanza che è dedicata ai trasferimenti dal GOM di Reggio Calabria al reparto covid di Gioia Tauro e che è attiva esclusivamente nella fascia oraria 8-20. Si sarebbe potuto realizzare il caso che un medico meno esperto del dr L. avesse accettato di effettuare il trasferimento mettendo a repentaglio letteralmente la vita di tutti gli operatori.
Tutto ciò è riscontrabile dalle registrazioni in possesso presso la Centrale Operativa SUEM 118 di Reggio Calabria.
Considerazioni:
A- e' possibile che oggi , ad 11 mesi dall'inizio della pandemia una centrale operativa gestisca con tanta superficialità un trasferimento del genere senza avere cura di non esporre gli operatori ad inutili rischi ?
B- e' possibile che ancora oggi non si sia provveduto a mettere in campo le barelle di contenimento che giacciono inutilizzate in tre ospedali della provincia ?
C- e' possibile che ad oggi, non siano stati fatti dei corsi specifici per la gestione di tali presidi che ormai sono di larghissimo uso in altre realtà?
D- e' possibile che si organizzi e si gestisca un trasferimento del genere in maniera così approssimativa e poco professionale senza aver preso adeguati contatti con il reparto di anestesia e rianimazione e disconoscendo totalmente la situazione dei presidi di contenimento nella provincia?
In questi anni il SUEM 118 è stato costantemente depotenziato invece che essere potenziato, questo e' avvenuto in modo tanto organizzato e metodico da far pensare ad un intenzionale proposito, le condizioni in cui si opera sono a dir poco scandalose come rivela quanto esposto. Scrivente O.S. chiede di essere informata delle iniziative che le SS.LL. andranno ad intraprendere".