di Claudio Cordova - I clichè sono i soliti di chi è accusato di far parte della 'ndrangheta: nessuna appartenenza ad alcuna consorteria e una vita spesa per il lavoro, che andava più che bene fino al momento dei guai giudiziari. Niente di nuovo sotto il sole, se non fosse che la difesa arrivi direttamente da Pino Ficara, presunto elemento di spicco dell'omonima cosca di 'ndrangheta, consegnatosi ai Carabinieri alcune settimane fa dopo alcuni anni di latitanza. Ficara ha deciso di rendere dichiarazioni nel processo "Reggio Sud", che lo vede alla sbarra insieme a molti altri presunti appartenenti alle famiglie Ficara e Latella.
Ma lui non ci sta e afferma di non conoscere nessuno dei co-imputati. Ficara ha risposto alle domande del pubblico ministero Stefano Musolino e del suo avvocato difensore, Giuseppe Putortì. Ha affermato di essere sempre stato un lavoratore, acquisendo un certo tenore di vita grazie all'autosalone che gestiva, con affari che, a suo dire, andavano a gonfie vele. Ficara ha affermato di aver trascorso la propria latitanza in alcune casette sul mare di Bocale, zona sud della città, in quello che, a detta della Dda, sarebbe il suo regno: lì sarebbe andato ciclicamente a trovarlo la madre, che lo avrebbe rifornito di viveri. A Croce Valanidi, dove poi saranno indirizzati i Carabinieri, sarebbe andato grazie a uno spostamento effettuato dalla sorella Rosa.
Anche con riferimento ai rapporti, burrascosi secondo la Procura, con il cugino Giovanni Ficara (anch'egli imputato nel procedimento), nega ogni tipo di rapporto, asserendo che i due si occupavano di cose completamente diverse, essendo Giovanni attivo nel settore dell'edilizia e del trasporto: "Vi sbagliate, Giovanni Ficara non parla di me con Pelle" dice riferendosi ad alcune intercettazioni contenute nell'indagine "Reale". L'imputato non negherà di aver partecipato a un convivio elettorale di Domenico Gattuso, ma dirà di non conoscere nessuno dei tantissimi invitati citati in aula.
Insomma, Pino Ficara nega ogni appartenenza alla criminalità organizzata. Rivendica di non essere stato coinvolto in nessuno dei più recenti provvedimenti giudiziari riguardanti la zona sud della città, e ricorda come sia uscito pulito dal processo "Valanidi", per il quale otterrà anche un risarcimento per ingiusta detenzione. Proprio con riferimento al processo "Valanidi", per avvalorare la propria estraneità alla criminalità organizzata, Ficara ricorderà una presunta affermazione che il giudice Alberto Cisterna, che si occuperà di quel caso, avrebbe fatto nei suoi confronti: "Mi disse che sono l'ultimo chiodo del carro".