"Sansone": in Appello oltre 250 anni di carcere sulla 'ndrangheta di Villa San Giovanni

villasangiovannitraghettialto60030 anni al boss Pasquale Bertuca, punito in Appello nello troncone abbreviato del processo "Sansone", celebrato contro le cosche di Villa San Giovanni. I giudici di Piazza Castello lo hanno condannato in continuazione con precedenti condanne subite nella sua carriera criminale.

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La Corte ha rideterminato molte condanne, non intaccando, comunque, l'impianto accusatorio portato avanti dal pm Walter Ignazitto. Bruno Antonino Tegano viene condannato a 9 anni e 8 mesi, mentre Domenico Zito a 14 anni. E ancora, 10 anni e 8 mesi a Domenico Condello e 10 all'imprenditore Domenico Calabrese. L'indagine "Sansone", oltre a monitorare le dinamiche criminali su Villa San Giovanni e dintorni, ha anche smantellato la rete dei fiancheggiatori che hanno permesso al boss Domenico Condello, soprannominato "Micu u pacciu", di trascorrere una latitanza durata oltre 20 anni. Il suo arresto risale al 10 ottobre del 2012. La Dda poi, avrebbe fatto luce su almeno venti episodi estorsivi.

Lavori piccoli, ma anche grandi opere pubbliche e private che in alcuni casi superavano il mezzo milione di euro, le cosche pretendevano che gli imprenditori si piegassero alle loro richieste. Ma non sempre gli imprenditori erano vittime. Ad essere accusati di associazione mafiosa sono i cugini Domenico e Pasquale Calabrese, per gli inquirenti gravitanti nell'orbita degli Zito-Bertuca. «Nella loro veste, è scritto nel fermo dell'indagine "Sansone", di soggetti imprenditoriali attivi nel settore dell'edilizia residenziale e non, oltre che nel settore delle pulizie, della disinfestazione, derattizzazione e sanificazione, hanno il compito di scrutare il panorama economico e di riferire al sodalizio di ogni nuova iniziativa affinché i vertici facciano pervenire le richieste estorsive; Inoltre, sulla base di precisi accordi con il capo cosca Pasquale Bertuca si impegnavano a conferire - autonomamente ed automaticamente - parte dei guadagni e degli utili di impresa al sodalizio, senza sottostare ad alcuna forma di imposizione, ricevendone in cambio protezione». Per i pm i cugini Calabresi sono due imprenditori che sono vicino agli ambienti malavitosi tanto da poterli definire «pienamente partecipi degli assetti mafiosi ed assolutamente intranei alla cosca Zito-Bertuca».

Condanna a 4 anni e 4 mesi per il collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano che ha deciso di "pentirsi" subito dopo l'arresto. Durante l'interrogatorio svoltosi davanti al gip, subito dopo il fermo eseguito dai militari dell'Arma del comando provinciale reggino, Cristiano decise di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia e diventó a tutti gli effetti un "pentito" e attualmente si trova inserito all'interno di un programma di protezione. Vincenzo Cristiano, detto "Enzo", è accusato di essere un uomo del clan Zito-Buda-Bertuca attivo a Villa San Giovanni e dintorni. L'accusa mossa nei suoi confronti è quella di associazione mafiosa in particolare, si legge nelle carte dell'inchiesta "Sansone", di essere un «partecipe dell'assetto mafioso facente capo alla cosca Zito-Bertuca, con il compito di trasmettere- su disposizione del Bertuca- i messaggi della cosca agli imprenditori cui veniva richiesto il pagamento del pizzo e di curare le relazioni con gli affiliati alla cosca Condello, al fine di procurare degli incontri chiarificatori fra i referenti delle due cosche di 'ndrangheta, per concordare il riparto dei proventi illeciti ed evitare una duplicazione delle richieste estorsive».

In buona sostanza faceva da trait d'union fra le due 'ndrine. Il tutto per evitare di chiedere due volte le estorsioni agli imprenditori che le cosche avevano scelto di vessare.

Ecco il dettaglio della sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria:

Bruno Antonino Tegano 9 anni e 8 mesi

Roberto Megale un anno

Felicia Bertuca 14 anni e 8 mesi

Domenico Condello classe 1972 10 anni e 8 mesi

Alessandro Idone 2 anni (pena sospesa)

Antonino Idone 4 anni

Alfio Liotta 16 anni

Vincenzo Sottilaro 16 anni

Antonino Riniti 3 anni

Giuseppe Scappatura 2 anni (pena sospesa)

Angelo Benestare 8 anni

Vincenzo Bertuca 18 anni

Domenico Bonforte 10 anni

Santo Buda 14 anni e 8 mesi

Domenico Calabrese 10 anni

Attilio Cotroneo 6 anni

Vincenzo Cotroneo 4 anni e 4 mesi

Grazia Falcone 2 anni (pena sospesa)

Fortunato Laganà 7 anni

Giacomo Latella 8 anni

Giovanni Malara 9 anni e 8 mesi

Sebastiano Megale 2 anni e 8 mesi

Antonio Oliveri un anno e 4 mesi (pena sospesa)

Giovanni Oliveri un anno e 4 mesi (pena sospesa)

Andrea Palermo 2 anni e 8 mesi

Antonino Plutino 2 anni e 4 mesi

Alberto Scarfone 10 anni

Rocco Scarfone 8 anni e 4 mesi

Antonino Sottilaro 5 anni e 4 mesi

Domenico Viglianisi 8 anni

Domenico Zito 14 anni

Andrea Vazzana 16 anni

Pasquale Bertuca 30 anni (in continuazione con precedenti condanne)

Giuseppe Vermiglio 3 anni (pena confermata)

Carmelo Araniti assolto

Michele Bertuca assolto

Pietro Bertuca assolto

Giuseppe Marcianò assolto

Renato Marra assolto

Giuseppe Ripepi assolto

Maria Caterina Romeo assolto

Francesco Sottilaro assolto

Francesco Giustra assolto

Luciano Condello prescrizione