"Giorgio De Stefano (...) riteneva che la gestione del territorio, e in particolare del quartiere di Archi (storico fortino della cosca), non comportasse particolari difficoltà, visto il limitato calibro criminale degli avversari". E uno dei passaggi dell'ordinanza relativa all'operazione "Malefix" che stamane a Reggio Calabria ha portato all'arresto di esponenti di spicco della cosca De Stefano-Tegano-Libri. Subito dopo l'ordinanza riporta la conversazione fra il rampollo della cosca, fidanzato della showgirl Silvia Provvedi, e un altro degli arrestati, Alfonso Molinetti. De Stefano: "Però...ma ad Archi, vedete che c'è uno schifo (...), dico non è che ci vuole (...), ma non è che ci vuole chissà che cosa per gestire...quattro scemi sono". Molinetti concorda: "Sono quattro scemi".
--banner--
"Quelle De Stefano-Tegano non sono solo famiglie mafiose ma sono le famiglie mafiose "doc", riconosciute, che hanno rapporti con le altre famiglie mafiose, come emerge dalle sentenze passate in giudicato acquisite". E' quanto si legge nell'ordinanza dell'operazione "Malefix" che stamane ha portato all'arresto di esponenti della cosca De Stefano-Tegano-Libri di Reggio Calabria. "Ma è soprattutto mafia vera - evidenzia l'ordinanza - perché si ritiene padrona piena ed esclusiva del territorio, con tutti i relativi poteri. E mafia che vive anche del "prestigio" dei capostipiti mitici, intatto anche con la detenzione, per come emergente dalla serie di dichiarazioni incrociate di collaboratori che dipingono prestigio, alleanze, potere ricattatorio e capacità e possibilità di comunicare determinazioni dal carcere". In "molti processi - annota ancora il Gip - è emerso dai dichiarati dei collaboratori come essi, nelle fasi detentive precedenti alla collaborazione stessa, fossero stipendiati dalle organizzazioni ed emerge, dalle intercettazioni, come il carcere fosse un luogo di aggregazione e come si tornasse subito attivi all'uscita".
"I De Stefano sono come le prostitute..."- Fra le molte intercettazioni contenute nell'ordinanza dell'operazione "Malefix" che stamane a Reggio Calabria ha portato all'arresto di esponenti di spicco della cosca De Stefano-Tegano-Libri, una riguarda una cena a casa, captata il 22 agosto 2019, fra Luigi Molinetti, la moglie Maria Teresa Bruzzese e il figlio Alfonso. "L'occasione - annota l'ordinanza -, cosi come già accaduto nei giorni precedenti, forniva lo spunto per discutere delle tensioni venutesi a creare con Carmine De Stefano", detto "l'Occhialino". Critiche "tutt'altro che velate - prosegue l'ordinanza - venivano riservate anche ad Alfonso Molinetti ed al figlio Salvatore Giuseppe Molinetti, considerati troppo vicini a Carmine De Stefano. Veniva biasimato pure il comportamento da ultimo tenuto da Salvatore Giuseppe, reo di essersi fatto suggestionare dalle parole dell'omonimo cugino, assumendo un atteggiamento del tutto incoerente rispetto alle opinioni espresse al riguardo appena qualche giorno prima. Si profilava esplicitamente, per la prima volta, una delle ragioni che avevano determinato la contrapposizione dei Molinetti a Carmine De Stefano".
--banner--
Proprio quest'ultimo "veniva accusato di tramare contro lo "zio Maurizio", agevolmente identificabile in Maurizio De Carlo, cognato di Luigi Molinetti e Maria Teresa Bruzzese". Nell'informativa della Squadra Mobile di Reggio Calabria, datata 3 marzo 2020, viene riportato, a questo proposito, il contenuto della conversazione fra Alfonso Molinetti e Maria Teresa Bruzzese. Molinetti: "Come gliele tira le cose quello grosso (...), glieli tira gli interessi a questo di sotto", Bruzzese replica: "Un poco, sono come le puttane quando prendono un poveretto lo girano e lo voltano". Ancora Molinetti: "Per me possono morire...lo stanno facendo apposta", poi di nuovo la replica della donna: "Questi sempre così hanno fatto, sono come le puttane, quando vogliono ottenere qualche cosa diventano...quando no, parlano...e trovano a lui che abbocca sempre". E infine Molinetti: "Ora vogliono mettere in difetto a Cosimo e allo zio Maurizio...e a noi".