Mercoledì 19 febbraio il cineteatro Don Bosco di Bova Marina è stato ancora una volta scenario di un importante evento culturale: l'incontro "Io so chi sono! Noi sappiamo chi siamo?" , con la presentazione del libro "Il cammino degli eroi" a cura dei proff. Daniele Castrizio e Fabio Cuzzola, del collettivo di scrittura Dan Fanton.
L'incontro si inserisce all'interno del percorso #iocicredo#iocisono: percorsi di cittadinanza attiva e consapevole, promosso dall'Associazione Culturale CGS SALES – Staff di Bibliopedìa – l'associazione no profit operante all'interno dell'Oratorio Salesiano di Bova Marina - in collaborazione con l'associazione Salesiani Cooperatori di Bova Marina e con l'associazione CGS ELPIDA con il patrocinio della Fondazione Onlus "Caterina Marzano", dell'ANP, dell'IIS Euclide di Bova Marina e dell'IIS Familiari di Melito Porto Salvo.
L'iniziativa si focalizza sull'articolo 9 della Costituzione, con l'intento di stimolare studenti, docenti e famiglie a riflettere sull'importanza del nostro patrimonio artistico, culturale e naturalistico, matrice della nostra identità e portatore di valori collettivi condivisi dalla cittadinanza.
In particolare, il suddetto percorso si propone di promuovere - soprattutto tra i giovani - i valori della tutela e della sostenibilità ambientale, a partire dai cosiddetti "saperi della legalità" che costituiscono i presupposti per garantirne l'attuazione nel proprio territorio e passando attraverso la valorizzazione e la custodia del proprio patrimonio culturale e paesaggistico, in modo da formare e favorire una partecipazione alla vita civile plasmata dai principi di una cittadinanza attiva, responsabile e consapevole alla luce del motto di matrice salesiana "buoni cristiani e onesti cittadini".
Il primo incontro, svoltosi il 18 Dicembre ha visto la partecipazione del Tenente Cosimo Sframeli, ufficiale dell'Arma Benemerita, collaboratore della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali, oltre che autore dei libri " Un Carabiniere nella Lotta alla 'Ndrangheta" , "A 'Ndrangheta – Evoluzione e forme di contrasto" e " 'Ndrangheta addosso".
Proprio partendo dal contenuto di quest'ultimo, l'autore, attraverso un dialogo sinergico con l'avvocatessa Gina Scordo e il giornalista Gianfranco Marino, ha ripercorso in breve la questione della lotta alla 'ndrangheta negli anni 1960-1990, soffermandosi in particolar modo sui sequestri di persona e sulla trasformazione della mafia contadina a impresa del crimine, offrendo ai presenti notevoli spunti di riflessione su come la questione della legalità sia innanzitutto un problema culturale, del quale prendere coscienza già in giovane età e per la promozione della quale sia necessario assumere atteggiamenti responsabili che si traducano in iniziative concrete di diffusione della stessa.
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Il secondo incontro si è aperto con i saluti di Andrea Casile, presidente della Fondazione Onlus "C. Marzano" e di Don Rino Carignano, direttore dell'Oratorio Salesiano di Bova Marina e con la presentazione del libro "Il cammino degli eroi: da Argo a Riace" del collettivo di scrittura Dan Faton da parte del giornalista Gianfranco Marino.
Dietro lo pseudonimo dell'autore si celano i nomi di tre studiosi del nostro territorio, l'archeologo Daniele Castrizio, professore ordinario di Numismatica presso il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell'Università degli Studi di Messina, componente del Comitato scientifico del Museo di Reggio Calabria e tra i massimi esperti dei Bronzi di Riace, lo storico Fabio Cuzzola, docente di italiano e latino al Liceo Classico di Cittanova (RC) e il prof. Tonino Perna, ordinario di Sociologia economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina, che in forma romanzata hanno riportato all'attenzione della cronaca le fasi del ritrovamento delle due magnifiche statue del V secolo a.C., ritrovate nel 1972 davanti la costa di Riace, e gli enigmi che da sempre le accompagnano.
Il titolo dell'incontro è stato il punto di partenza dell'intervento dei professori Castrizio e Cuzzola, i quali hanno esordito chiedendo ai presenti se fossero a conoscenza delle loro origini e della loro appartenenza all'antica stirpe dei greci, scientificamente provata da recenti studi genetici condotti dal dottor Giovanni Romeo, e muovendo dalla storia della nostra terra, con leggerezza e solida competenza, hanno coinvolto la platea anche grazie all'ausilio di un quiz storico appositamente predisposto.
Suffragata da ipotesi condivise da altri studiosi il prof. Castrizio, attraverso la voce di uno dei protagonisti del libro, attribuisce la paternità dell'opera allo scultore Pitagora da Reghion, che nonostante l'origine realizzò le statue ad Argo, ma inserisce le due statue in un gruppo bronzeo originariamente più numeroso, probabilmente I sette a Tebe. Proprio il numero delle statue e i loro elementi decorativi sono da tempo oggetto di disputa tra studiosi e appassionati affetti da bronzite (come definiscono la passione per i bronzi i due esperti) poiché il mancato ritrovamento di elmo e scudo, i cui agganci sono ben visibili, hanno da subito suscitato dubbi e sospetti e nel libro trova spazio l'ipotesi che il primo ritrovamento sia precedente a quello ufficiale effettuato da Mariottini e che un gruppo di ragazzi riacesi abbia individuato le statue prima che la scoperta fosse resa nota.
Attorno alla storia dei due guerrieri, anche se in luoghi e tempi diversi, si svolgono le vicende dei numerosi personaggi del romanzo, da padre Nicodemo che riscopre la storia millenaria di Polsi al registra greco Mickailis che vorrebbe risanare il default della Grecia facendo ripagare ai musei di tutto il mondo i reperti archeologici (a cominciare dai fregi del Partenone esposti al British Museum) dal bronzista che ad Argo partecipa alla creazione del gruppo di statue al poliziotto americano in cerca di prove che collegano la Calabria ulteriore agli States.
Il passaggio dal romanzo alla realtà é stato brevissimo poiché dalle testimonianze riportate nel libro ha preso il via l'indagine del giornalista Antonino Monteleone, inviato delle Iene, la cui intervista intervista ad un fantomatico intermediario che avrebbe addirittura trafugato una terza statua, con rocambolesche vicende che rimandano al rapimento di Paul Getty III e al ruolo giocato dalla 'ndrangheta ha sollevato grande scalpore e ha riportato agli onori della cronaca la vicenda dei Bronzi di Riace.
Attraverso i protagonisti i due studiosi non solo hanno proposto alla platea nuovi interrogativi sulle statue ma hanno offerto numerosi spunti di riflessione sulle nostre origini e sul patrimonio demo-etnico-antropologico che abbiamo ereditato e che siamo chiamati a custodire per sapere davvero "noi chi siamo", con una raccomandazione finale, rivolta sopratutto ai giovani presenti, quella di non lasciarsi facilmente convincere ad "abbandonare" la propria terra perchè priva di opportunità culturali e lavorative, ma di ricercare queste opportunità e di valorizzare tutto ciò che di bello essa può offrire.