di Claudio Cordova - Il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Stefano Musolino, ha chiuso le indagini per le ventitré persone coinvolte nell'inchiesta "Sistema", di cui l'indagato principale è l'ex consigliere comunale Dominique Suraci, tratto in arresto nell'agosto dello scorso anno con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Rispetto al blitz della scorsa estate, le novità più grosse sono il coinvolgimento di due imprenditori, Vincenzo Lo Giudice, titolare delle aziende "Automania" e "Automania Due", che sono state poste sottosequestro in un'operazione congiunta tra Direzione Investigativa Antimafia e Guardia di Finanza, e Rocco De Angelis.
Per i soggetti indagati, i reati vanno a vario titolo dall'associazione mafiosa al concorso esterno in associazione mafiosa, passando per il riciclaggio e l'intestazione fittizia di beni. Sono in tutto ventitré le persone raggiunte dall'avviso di conclusione delle indagini: Vincenzo Lo Giudice, Corrado Ghislanzoni, Dominique Suraci, Vincenzo Ferrigno, Saloua Senia, Giuseppe Crocè, Barbara Crocè, Francesco Crocè, Michele Crudo, Carmine Polimeni, Domenico Polimeni, Pasquale Utano, Marcello Brunozzi, Rodolfo Diani, Luciano Falcomatà, Antonino Monorchio, Giuseppe Rechichi, Costanza Ada Riggio, Mario Giglio, Rocco De Angelis, Antonio Cotugno, Caterina Utano e Francesco Calafiore.
Nell'indagine, dunque, oltre a Dominique Suraci, coinvolto sia per la propria attività politica da consigliere della lista "Alleanza per Scopelliti", sia per gli affari effettuati dai propri supermercati, con le aziende Vally e SGS Group, figurano imprenditori piuttosto noti in città, come De Angelis e Lo Giudice. Con riferimento a quest'ultimo, contestualmente all'avviso di conclusione delle indagini preliminari sono scattati i sigilli alle aziende "Automania" e "Automania Due", attive nel mercato dei motori in via Nino Bixio a Reggio Calabria. Nella disponibilità di Lo Giudice, tuttavia, risulterebbero anche le quote della Immobiliare Piazza Borromeo Srl e della Sea Blue Charter Srl. Sequestrato anche il complesso dei beni e dei diritti riferibili al trust "DA-SI-AL", di cui sarebbero beneficiari i figli di Lo Giudice.
Nome di rilievo, tra i ventitré indagati, quello di Mario Giglio, avvocato con un passato in politica e membro della celebre famiglia di cui fa parte anche il giudice Enzo Giglio, condannato in primo grado per i propri rapporti con la famiglia Lampada di Milano. Su di lui, in un'udienza pubblica del processo "Meta", il pentito Nino Fiume affermerà: "In un certo periodo lo vedevo con i De Angelis (imprenditori della Piana di Gioia Tauro, ndi), con Pasquale Utano (ritenuto organico alla cosca Tegano, ndi), avevano degli affari con i superati in cui c'era anche Dominique Suraci. Mario Giglio ci chiese appoggio elettorale, offrendo venti posti di lavoro in giornale Postalmarket, che era gestito da un politico di sinistra che poi è diventato ministro". E nell'indagine, peraltro, risultano indagati anche alcuni personaggi ritenuti organici ai Tegano: da Michele Crudo a Carmine e Domenico Polimeni, fino ad arrivare, appunto, a Pasquale Utano.
Dal momento della chiusura delle indagini, gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere eventualmente di essere ascoltati. Poi la Procura dovrebbe passare alla richiesta di rinvio a giudizio.