Processo "Bless": due ergastoli, un'assoluzione e una prescrizione per gli omicidi della guerra di mafia a Reggio Calabria

condellopasqualedi Claudio Cordova - La Corte d'Assise di Reggio Calabria ha accolto in pieno le richieste del sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Rocco Cosentino, nell'ambito del procedimento "Bless", celebrato per far luce su una serie di fatti di sangue avvenuti negli anni della seconda guerra di mafia della città dello Stretto. Alcune settimane fa, il rappresentante dell'accusa aveva chiesto la condanna all'ergastolo per Pasquale Condello e Demetrio Sesto Rosmini, quest'ultimo accusato dell'autobomba che ucciderà Fortunato Audino. Al termine della propria requisitoria, il rappresentante dell'accusa aveva chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto con riferimento a tutti i delitti contestati a Domenico Condello, detto "Micu u pacciu", l'ultimo dei grandi latitanti reggini arrestato dai Carabinieri alcuni mesi fa. Il pm Cosentino, ritenute le attenuanti concesse ai collaboratori di giustizia, aveva infine chiesto che venga dichiarata l'intervenuta prescrizione per il reato contestato al pentito Giuseppe Scopelliti, che si è autoaccusato dell'omicidio di Francesco Polistena, avvenuto l'1 dicembre del 1990.

Oggetto del processo sono infatti omicidi realizzati nel corso della seconda guerra di mafia di Reggio Calabria che, dal 1985 al 1991, conterà oltre seicento vittime. Il procedimento nasce da una maxioperazione congiunta tra Polizia, Carabinieri e Dia nel luglio 2007: per gran parte dei soggetti coinvolti, però, il Gip, accogliendo la richiesta del pm Mario Andrigo (adesso trasferito ad altra sede), aveva già disposto l'archiviazione. Tra i soggetti per cui il Gip ha deciso, negli ultimi mesi del 2010, l'archiviazione, vi sono elementi di spicco della 'ndrangheta reggina, tra cui il collaboratore di giustizia Nino Lo Giudice e Natale Rosmini, ma anche esponenti della cosche Araniti e Garonfolo.

Oltre ai quattro soggetti che hanno scelto il dibattimento, Pasquale Condello, il "Supremo", arrestato il 18 febbraio del 2008 dal Ros dei Carabinieri, il cugino Domenico Condello, detto "Micu u pacciu", Demetrio Sesto Rosmini, ritenuto elemento di spicco dell'omonimo clan, e il collaboratore di giustizia Giuseppe Scopelliti, in tre hanno scelto l'abbreviato: il collaboratore di giustizia Paolo Iannò, che si è autoaccusato di molti omicidi, il boss di Fiumara di Muro, Nino Imerti, da anni detenuto, e Giovanni Tripodi, in atto detenuto per altra causa.

L'indagine "Bless" nasce proprio dalle dichiarazioni del collaboratore Paolo Iannò, che, da killer della cosca Condello, si sarebbe macchiato di diversi fatti di sangue nel corso della guerra di mafia, una mattanza scatenata dal fallito attentato a Nino Imerti e dalla conseguente uccisione del boss Paolo De Stefano, cui pose fine, secondo le risultanze investigative, la cosca Alvaro di Sinopoli.