L'avvocato reggino Giuliana Barberi assurge alle cronache nazionali. Ma, forse, se lo sarebbe risparmiato. "Il Giornale", infatti, con un articolo a firma di Ludovico Strati, non ha potuto soprassedere sulla (quantomeno) singolare vicenda che ha interessato l'iperattiva (sui social, soprattutto) avvocatessa reggina, nominata nel CdA di Fincalabra dal presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio (tra i principali destinatari dei post di elogio della Barberi sui social).
E i contenuti dell'articolo sono abbastanza imbarazzanti, per i protagonisti tirati in ballo, ma anche per i modi con cui avverrebbero le nomine pubbliche in Calabria.
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Nel 2016, infatti, l'avvocato Barberi viene nominata in Fincalabra, società in house della Regione che si occupa dello sviluppo economico della Calabria (e viste le condizioni del territorio, andrebbe già posto qualche punto interrogativo). L'avvocato Barberi, in passato candidata anche con liste riferibili al centrosinistra, sarebbe stata, secondo quanto riportato da "Il Giornale" solo e soltanto perché donna.
"Lo statuto di Fincalabra (articolo 16) stabilisce che l'amministrazione della società debba essere affidata a un cda composto da cinque membri, di cui tre nominati proprio dal presidente della giunta regionale. Che però deve tenere conto di precisi paletti, cioè individuare persone "in possesso di requisiti di elevata professionalità e comprovata esperienza quinquennale nelle materie afferenti alle funzioni di competenza dell'ente". Nel curriculum di Barberi (pubblicato sul sito istituzionale di Fincalabra) non ci sono tuttavia cenni alle sue possibili esperienze in questo campo. È invece riportata in modo puntuale una sfilza di incarichi legali relativi a diritto del lavoro, della navigazione, di famiglia e tanto altro. Ci sono poi le esperienze formative, tra cui lo svolgimento di funzioni direttive, su nomina del Csm, per il ministero della Giustizia quale "viceprocuratore onorario" presso la Procura di Reggio. Non è chiaro quale relazione possano avere tutte queste esperienze professionali con i requisiti richiesti da Fincalabra. Dall'atto di nomina di Barberi, firmato da Oliverio, emerge però qualche altro particolare interessante, ovvero la presa d'atto della nota con cui il dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri aveva trasmesso la diffida ad adeguare la composizione del cda di Fincalabra "ripristinando l'equilibrio tra i generi", ai sensi del decreto 251 del presidente della Repubblica" scrive Ludovico Strati su "Il Giornale".
Insomma, come affermerebbe anche l'avvocato Barberi in un virgolettato attribuitole da "Il Giornale", la professionista sarebbe stata nominata solo e soltanto perché donna. Non proprio uno spot alle pari opportunità, dato che le battaglie femministe (quelle intelligenti, s'intende) mai hanno puntato sul riequilibrio numerico in seno alle istituzioni pubbliche tout court, ma, anzi, soprattutto, sulla parità di diritti, di competitività, di condizioni di lavoro e quant'altro.
Valori ben lontani dalla tendenza, spesso adoperata dagli uomini peggiori, di utilizzare le donne come soprammobili o vessilli. Circostanza resa ancor più imbarazzante dal fatto che l'avvocato Barberi dovrebbe essere la prima a tutelare i diritti delle donne (e, quindi, in primis, i propri) essendo anche presidente del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria.