Nella serata di ieri 23 maggio, personale della Capitaneria di Porto Guardia Costiera - di Reggio Calabria, durante un pattugliamento finalizzato al contrasto delle attività illecite in materia di pesca marittima, ha sottoposto ad ispezione un peschereccio ormeggiato nel porto di Reggio Calabria ed iscritto nelle matricole della Capitaneria di Porto di Messina.
Immediatamente il personale intervenuto ha ipotizzato una eccessiva lunghezza dell'attrezzo, atteso che la normativa in vigore prevede per coloro che hanno in licenza la rete "ferrettara" una lunghezza di 2.500 con una apertura di maglia di 10 cm.
Si è proceduto, pertanto in contraddittorio con il comandante del peschereccio, a sbarcare dal mezzo l'intera rete, misurandola sia in lunghezza che nella sua apertura di maglia.
Dopo la misurazione, si è accertato, come già ampiamente ipotizzato, che la rete presente a bordo del peschereccio, ed appena imbarcata, era del tipo illegale, con una lunghezza di 3.300 metri ed una apertura di maglia ci circa 20 cm, ben abbondantemente al di sopra dei limiti consentiti dalla legge.
Infatti questo tipo di attrezzo illegale, viene denominata a tutti gli effetti, rete da posta derivante del tipo "Spadara", reti per la quale vige la massima attenzione dello Stato italiano, attesi i suoi effetti dannosi per l'intero eco-sistema marino.
Le c.d. "spadare" sono un attrezzo da pesca di tipo derivante che vengono calate in mare e lasciate alla deriva, usate per la cattura di grossi pesci pelagici, come diverse specie di tonni, ma soprattutto per il pesce spada, da cui prendono appunto il nome. Sono reti lunghissime, anche fino a venti chilometri, e larghe fino a trenta metri, fatte di nailon molto resistente.
Rispetto ai tradizionali metodi di pesca la differenza è sostanziale è che il loro livello di selettività è molto basso, arrecando un danno alle stesse specie ittiche di interesse commerciale sia in termini di aumento dello sforzo di pesca, sia per la cattura sempre più frequente di pesci spada immaturi o sotto misura.
L'attività connessa al contrasto sull'utilizzo delle c.d. "spadare" prende origine nella risoluzione ONU 44/225/1989 che ha previsto la moratoria sull'uso delle "reti pelagiche derivanti" a livello mondiale, definitivamente bandite a far data dal 1992.
Al termine delle attività ispettive, al comandante del peschereccio è stata contestata una sanzione amministrativa di Euro 4.000 oltre al sequestro dell'intera rete illegale rinvenuta a bordo.
Particolarmente soddisfatto il Direttore Marittimo Capitano di Vascello Gaetano Martinez, il quale ha evidenziato la professionalità dimostrata dai militari intervenuti, sottolineando altresì che le attività di contrasto all'utilizzo di attrezzi illegali proseguiranno con il massimo sforzo lungo l'intera area di giurisdizione.