La Corte d'Appello di Reggio Calabria ha assolto dal reato di falsa testimonianza il Colonnello Valerio Giardina, ex comandante del Raggruppamento Operativo Speciale di Reggio Calabria, che in primo grado era stato condannato a un anno e otto mesi dal Gup Mariarosaria Savaglio, che lo aveva punito per la deposizione resa alcuni anni fa nei processi "Meta" e "Lo Giudice". Secondo l'impostazione accusatoria, l'ufficiale avrebbe mentito prima nel corso delle sue lunghe deposizioni nel processo "Meta", istruito dal pm Giuseppe Lombardo. Poi avrebbe reiterato le menzogne nel processo alla cosca Lo Giudice, curato dal pm Beatrice Ronchi.
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Oggi, però, l'assoluzione piena per l'ufficiale dell'Arma.
Il 18 febbraio del 2008 il Ros dei Carabinieri arresterà, dopo anni di latitanza, Pasquale Condello, il "Supremo" della 'ndrangheta. Una cattura (e, ancor prima, una ricerca) che, secondo quanto riferiranno gli ufficiali del tempo, arriverà solo ed esclusivamente sulla base di una complessa attività tecnica. Nel corso della sua deposizione nel procedimento contro il clan Lo Giudice e nel procedimento "Meta", Giardina riferirà infatti l'assenza di fonti confidenziali da parte della famiglia Lo Giudice. Ancora, Giardina negherà inoltre di essersi mai imbattuto, nel proprio periodo reggino, in soggetti vicini alla cosca Lo Giudice: di più, Giardina negherà di aver mai sentito nominare personaggi a nome "Lo Giudice" nel contesto criminale cittadino. Un dato che il pm Ronchi contesterà sulla base degli atti d'indagine e del procedimento: già a partire dall'indagine "Vertice", curata proprio dal Ros, i contatti sarebbero evidenti i presunti contatti tra le famiglie Condello e Lo Giudice. E molti atti sarebbero stati proprio a firma di Giardina: da qui la richiesta di trasmissione degli atti.
Il Colonnello Giardina, infatti, nel corso della propria deposizione, negherà la partecipazione all'attività investigativa nell'ambito dell'inchiesta "Vertice", ma negherà anche di essersi mai imbattuto nella cosca Lo Giudice. Dati che, gli ulteriori accertamenti (effettuati peraltro proprio dal Ros all'interno della banca dati) negheranno categoricamente. Ma il dato più importante – e che va a cozzare duramente anche con quanto emerso nel procedimento "Meta" – è quanto dichiarato dall'alto ufficiale dell'Arma nella parte in cui il teste ha affermato che giammai per la ricerca del latitante Condello sono state utilizzate in Meta notizie provenienti da fonti confidenziali: un dato che, secondo la Procura, andava pesantemente a cozzare con le risultanze del processo a carico della cosca Lo Giudice.
Sarà proprio il presidente del Collegio di quel processo, Silvia Capone, a disporre la trasmissione degli atti per Giardina e per il suo fido scudiero, Gerardo Lardieri, già assolto in primo grado.
In primo grado è tuttora pendente la posizione del brigadiere Francesco Maisano, legato a Luciano Lo Giudice da un rapporto di natura confidenziale. Proprio dopo la cattura di Pasquale Condello, "Il Supremo", gli inquirenti registreranno alcune comunicazioni tra "Falcao" e Luciano, che rivendicherà i propri meriti per la cattura di uno dei capi più importanti della 'ndrangheta: Maisano, comunque, ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario e sta affrontando il dibattimento.