O cu nui o cu iddi, ovvero 'Cose nostre'. Si parte dalla storia di Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia uccisa barbaramente - costretta a bere acido muriatico - dalla 'ndrangheta a soli 31 anni d'eta'. E' una delle storie che da giovedi' 4 a giovedi' 25 luglio Rai1 proporra' in seconda serata con il programma "Cose Nostre". Al centro di ogni puntata ci sono le storie di donne e uomini che si sono opposti alla violenza cieca delle mafie. Storie di giornalisti, imprenditori, amministratori pubblici e testimoni di giustizia che, rischiando in prima persona, hanno pagato un alto prezzo personale e professionale. Storie di chi ha sacrificato la propria vita, pur di non piegarsi allo strapotere della criminalita' organizzata. La nuova serie sara' focalizzata sulle donne, che prima sono prigioniere di contesti criminali e poi sono capaci di uscirne, anzitutto per garantire un futuro di liberta' ai propri figli. Donne che, pur con storie diverse, si sono ribellate a orrende logiche familiari e culturali pur di riaffermare il valore positivo della legalita'.
--banner--
La prima delle 4 puntate della nuova serie racconta appunto la storia di Maria Concetta Cacciola, una donna bella, giovane e piena di vita, che sognava per se' e per i suoi figli un'esistenza diversa da quella che i genitori volevano imporle. Cetta, come la chiamavano, era nata in una famiglia di 'ndrangheta di Rosarno, appunto quella dei Cacciola, imparentata con i piu' potenti Bellocco, per gli investigatori i padroni del malaffare nella Piana di Gioia Tauro. Lei stessa era sposata con Salvatore Figliuzzi, condannato in via definitiva nel "Processo Bosco Selvaggio", quale soggetto affiliato al clan Bellocco. Un giorno, l'11 maggio del 2011, Maria Concetta decide di svelare ai carabinieri di Rosarno i segreti riguardanti i clan locali. Si apre cosi' un tira e molla interiore che la spinge prima ad affidarsi allo Stato, poi a ripensarci per le pressioni subite dalla madre e dal fratello, infine a rivolgersi nuovamente ai carabinieri. Ma, prima di poter essere messa in sicurezza dall'Arma, Cetta viene uccisa in un modo orribile, costretta a ingerire acido muriatico. Mentre la 'ndrangheta, anche attraverso avvocati compiacenti, cerca di depistare le indagini in favore della tesi del suicidio di una psicopatica. Oggi c'e' stata nella sede rai di viale Mazzini la presnetazione del programma, ideato e condotto dalla giornalista Emilia Brandi e scritto con Michele Alberico, Vincenza Berti, Daniele Cortese, Sergio Leszczynski, Carlo Puca. Regia di Raffaele Maiolino. (AGI)