Chiesti 17 anni di reclusione per l'imprenditore Alfonso Annunziata, punto di riferimento dei Piromalli

centrocommercialeannunziata18aprIl sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Roberto Di Palma, ha chiesto la condanna a 17 anni di reclusione per l'imprenditore Alfonso Annunziata, per anni titolare dell'omonimo centro commerciale a Rizziconi e considerato punto di riferimento delle più potenti cosche di Gioia Tauro.

Secondo gli inquirenti tra Annunziata e il potente casato dei Piromalli ci sarebbe "un indissolubile rapporto di cointeressenza economico-criminale" che sarebbe nato sin dalla prima metà degli anni '80, sviluppato a cavallo con i '90 e proseguito ininterrottamente fino all'arresto. Annunziata sarebbe stato un punto di riferimento fondamentale per le attività economiche della cosca Piromalli, svolgendo anche il ruolo di "garante ambientale" per gli imprenditori interessati a operare presso il centro commerciale "Annunziata Store" (un megastore a Gioia Tauro e uno store a Vibo Valentia), che a lui si rivolgevano nella consapevolezza del suo collegamento con la cosca.

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Secondo l'accusa, Annunziata "non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca Piromalli. Al contrario, è un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia Piromalli, da Don Peppino cl. 21 fino a Pino Piromalli cl. 45, (...) ed è, dunque, un soggetto intraneo che si presta da oltre venti anni, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della predetta cosca, così creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro (un esempio per tutti la realizzazione del parco commerciale Annunziata). Annunziata, in definitiva, è da ritenere partecipe della cosca Piromalli, rappresentandone (...) il «cuore imprenditoriale»".

La risalenza nel tempo del rapporto di contiguità con la cosca Piromalli ha trovato riscontro in dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia nonché nella complessa e articolata attività investigativa svolta anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali. In tal senso significativa di tale stretto rapporto di contiguità è la conversazione, captata in modalità ambientale, in cui Annunziata, dialogando all'interno della propria autovettura con la moglie Domenica e passando davanti a un terreno in cui attualmente si trova una villa di proprietà della famiglia Piromalli nei pressi del cimitero di Goia Tauro, raccontava alla propria consorte di quando si era più volte recato a trovare "Peppe il vecchio" (ovvero il boss Giuseppe Piromalli cl. 21) quando quest'ultimo - all'epoca latitante (già ricercato nel luglio 1979 e tratto in arresto nel 1984) - si trovava all'interno di una baracca a giocare a carte con altri amici.

Al termine di un lungo dibattimento, il pm Di Palma ha chiesto, oltre alla condanna di Annunziata, la condanna di altre nove persone: 5 anni per Domenica Epifanio, 3 anni per Valeria Annunziata, 4 anni per Rosa Anna Annunziata, 3 anni per Marzia Annunziata, 3 anni per Carmelo Ambesi, 3 anni per Fioravante Annunziata, 5 anni per Claudio Pontoriero, 5 anni per Roberta Bravetti e 3 anni per Andrea Bravetti.