di Claudio Cordova - Lungo, lunghissimo il rapporto che lega cosche e 'ndrangheta. Almeno da quel 26 ottobre 1969, quando la Polizia di Stato scoprì il summit di Montalto, la prima testimonianza della 'ndrangheta unitaria. Il ricordo è del collaboratore di giustizia Stefano Carmelo Serpa, uomo della cosca De Stefano fino agli anni '90. Già, i De Stefano, la famiglia che più di tutte è riuscita a far fare il salto di qualità alla 'ndrangheta. Serpa risponde alle domande del pm Stefano Musolino nel processo "Gotha", celebrato contro la masso-'ndrangheta e ricorda come a quella riunione delle cosche nel cuore dell'Aspromonte abbiano partecipato uomini di altissimo livello nell'ambito della destra eversiva: da Stefano Delle Chiaie a Pierluigi Concutelli, passando per Fefè Zerbi, fino al "principe nero", Junio Valerio Borghese (nella foto), ex gerarca della Decima Mas, protagonista di un tentato colpo di Stato, che avrebbe potuto contare proprio sulla 'ndrangheta per sovvertire l'ordine costituito.
Il processo "Gotha" vede alla sbarra, tra gli altri, l'avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo, considerato a capo della cupola massonica della 'ndrangheta.
--banner--
Quei rapporti occulti, infatti, affonderebbero le proprie radici appunto tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70: "I De Stefano erano i garanti del patto tra politica e 'ndrangheta" spiega Serpa. Sono gli anni della Rivolta di Reggio Calabria, i moti su cui la 'ndrangheta metterà un cappello: "Qualsiasi politico aveva rapporti con la 'ndrangheta, oserei dire che anche oggi è così" spiega Serpa. La 'ndrangheta, infatti, cavalcherà la rivolta di popolo, schierandosi, come sempre, con il più forte o, comunque, a favore di vento: "Il politico dava da mangiare e la 'ndrangheta mangiava" dice ancora Serpa.
Il racconto dell'ex uomo dei De Stefano si fa più specifico.
E, allora, i nomi sono di peso: da Filippo Barreca a Franco Freda, passando proprio per Paolo Romeo. Barreca e Romeo, infatti, cureranno la latitanza del terrorista nero, che, prima di fuggire in Costarica, passerà un periodo di latitanza in riva allo Stretto: "Ho visto sia l'avvocato Giorgio De Stefano (considerato eminenza grigia del clan di Archi, ndr), sia Paolo Romeo, sia Stefano Delle Chiaie (uomo forte dell'eversione nera, ndr) andare a trovare Freda, da latitante" ricorda Serpa. Le cosche, quindi, si sarebbero mosse tra massoneria, servizi segreti ed eversione: "Filippo Barreca era 'socio onorario' dei Servizi Segreti, buona parte delle opere d'arte rubate in Italia sono passate da lui".
Sono gli anni dei "moti di Reggio". E, in quel contesto, la 'ndrangheta avrebbe fatto valere la propria voce, anche attraverso uomini-cerniera. Tra questi, appunto, Paolo Romeo: "Aveva un ruolo di primo piano nella Rivolta, perché era inserito sia nel contesto politico, sia in quello mafioso" sentenzia Serpa.
Uomini di 'ndrangheta che si muovono, dunque, a cavallo dei livelli paraistituzionali: "Lo 'ndranghetista è prima un infame e poi uno 'ndranghetista".