Nuova udienza il 18 aprile prossimo per il processo, in corso in Libano, partito dalla denuncia presentata alle autorità di Beirut da Jumana Raymond Rizk, moglie libanese di Vincenzo Speziali, l'imprenditore calabrese rimasto coinvolto nel caso Matacena, nei confronti di Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, e Francesco Curcio, attualmente procuratore capo a Potenza, per avere, secondo la Rizk, rappresentata dall'avv. George Ragheb Haddad, "disposto intercettazioni nei suoi confronti senza essere stati autorizzati dalle autorità libanesi".
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Il Primo Giudice Istruttore del Tribunale di Beirut ha convocato ufficialmente i due convenuti a giudizio per il 18 aprile 2019 in Libano attraverso la notifica per via diplomatica, così come prevede il Trattato Bilaterale con l'Italia. E ieri l'Ambasciata del Libano in Italia ha trasmesso l'ordinanza di comparizione alla Farnesina. "Francamente non capisco come mai mi si chieda un commento in merito a una notizia simile. E' come chiedere a Filippo d'Edimburgo un suo avviso, circa gli atti, legittimi, compiuti dalla Regina Elisabetta - dice Speziali all'Adnkronos - La verità è che al di là dell'amarezza personale giustamente provata da mia moglie per la vicenda in cui sono stato trascinato pur essendo estraneo ai fatti, in Libano vige una norma, per la quale ogni cittadino, nel momento in cui ravvisa notizie di reato concernenti il buon nome delle istituzioni e della integrità della sicurezza nazionale, deve informare l'Autorità Giudiziaria del suo Paese. Ci si muove, quindi, nell'ambito della legalità".(AdnKronos)