di Claudio Cordova - Il pubblico ministero di Reggio Calabria, Paolo Sirleo, ha chiesto la condanna delle persone coinvolte nel processo "Barracuda", scaturito da un'operazione dei Carabinieri contro alcune persone ccusate di avere fatto parte di un'organizzazione criminale che si occupava delle rapine ai danni di anziani soli in casa. Per tutte le persone che hanno ricevuto la custodia cautelare ai tempi del blitz, c'è l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alle rapine agli anziani, rapina aggravata, lesioni aggravate e sequestro di persona.
Nel dettaglio, il pm Sirleo ha chiesto la condanna a trent'anni di reclusione ciascuno per Carmelo Calù, Fabio Calù, Antonio Caracciolo e Domenico Palmisano. Ventisette anni di reclusione sono stati richiesti per Demetrio Monorchio, ventitré per Salvatore Bonura, sedici per Mirko Falcomatà e undici, infine, per Giovanni Bellantoni.
Il gruppo è accusato di aver perpetrato nel corso del 2010, una serie di rapine nelle abitazioni, prevalentemente di persone anziane. Azioni crudeli e violente, quelle che l'associazione avrebbe messo in atto, non risparmiando le vittime, nonostante l'età avanzata. Un'organizzazione molto ben strutturata, in cui, secondo le indagini svolte dai militari dell'Arma, ciascun membro avrebbe avuto il proprio ruolo. Nel dettaglio sarebbero stati proprio i due fratelli Carmelo e Fabio Calù a guidare il sodalizio criminale, mentre Caracciolo sarebbe stato il leader operativo del gruppo.
Le vittime preferite, secondo quanto accertato dai Carabinieri, erano in particolare anziani che vivevano da soli o, al massimo, con il supporto di un'unica badante. Facile, quindi, per il gruppo avere la meglio una volta penetrati in casa con un qualsiasi pretesto. A quel punto, infatti, le vittime sarebbero state imbavagliate e immobilizzate, in modo tale da non poter abbozzare neanche una minima reazione. E allora sarebbe scattata l'incetta di ogni tipo di bene, tra cui soldi, ma anche oggetti e preziosi. Un'indagine che ha avuto un esito positivo anche grazie alle intercettazioni captate dai Carabinieri, in cui gli artefici delle rapine commentavano tra loro le violenze messe in atto e le modalità con cui il colpo sarebbe poi andato a buon fine.
Vicende feroci e squallide che hanno portato quindi il pm Paolo Sirleo a invocare pene durissime.